■Antonio Loiacono
La quiete delle strade di Cariati è stata recentemente interrotta da una presenza inaspettata: una famiglia di cinghiali, composta da adulti e cuccioli, avvistata mentre vagava tranquillamente tra le vie del paese alla ricerca di cibo. Non si tratta più di un avvistamento isolato: sempre più spesso, questi animali selvatici si spingono dentro i centri abitati, attratti dai rifiuti abbandonati e dalle scarse barriere tra la natura e le strade. Il fenomeno, che negli ultimi tempi sta interessando diverse aree urbane italiane, solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza pubblica e sulle soluzioni necessarie per evitare una convivenza sempre più complessa e pericolosa.
Ed infatti ecco presentarsi agli occhi dei residenti, nei pressi della Conad di Cariati, la scena da documentario con una famiglia di “mammiferi artiodattili” che ha deciso di approfittare delle offerte e fare un po’ di spesa… selvaggia!
Il tramonto non porta solo il silenzio e la frescura della sera, ma anche la comparsa dei nuovi “residenti” per le strade: cinghiali affamati e curiosi, che, tra un cassonetto e l’altro, setacciano i rifiuti con un’aria da buongustai. Ormai noti per la loro intraprendenza e palato fino, sembrano aver adottato un “turismo gastronomico” fai-da-te, mescolandosi a cittadini e turisti con la disinvoltura di chi frequenta le vie del centro da generazioni. Sembra quasi che abbiano studiato il volantino delle offerte!
Tra un sacco di lattuga e qualche mela scartata, gli improvvisati “clienti” banchettano senza fretta, osservati da passanti increduli che, smartphone alla mano, immortalano il momento. D’altronde, non capita tutti i giorni di vedere un cinghiale così interessato alla freschezza dei prodotti!
La scena potrebbe sembrare pittoresca, ma la crescente presenza dei cinghiali nelle aree urbane ha ben poco di romantico. Gli animali, spinti dalla ricerca di cibo e dalla scarsità di risorse nelle aree boschive, si sono adattati ad esplorare i centri abitati, dove trovano cassonetti colmi e cibo facilmente accessibile. Gli abitanti di Cariati, come quelli di molti altri comuni italiani, si trovano a dover gestire l’inusuale compagnia di questi ospiti selvatici, che, da presenze saltuarie, stanno diventando sempre più regolari.
Nonostante il tono scherzoso con cui alcuni hanno immortalato la scena, il pericolo è reale. I cinghiali possono diventare aggressivi, specialmente se si sentono minacciati o se vi sono cuccioli nel branco. Gli incontri ravvicinati con questi animali, oltre a rappresentare un rischio fisico per i cittadini, causano disagi igienici e danni materiali: i cinghiali, rovistando tra i rifiuti, spargono i sacchi per le strade, creando accumuli di sporcizia e attirando altri animali selvatici. Il problema non riguarda solo l’igiene, ma anche il traffico: le improvvise apparizioni di questi animali sui manti stradali possono provocare incidenti, con conseguenze gravi per automobilisti, motociclisti, ecc.
La risposta delle autorità locali, nei nostri paesi, è stata finora poco incisiva. Mentre i cittadini chiedono interventi concreti per limitare l’accesso dei cinghiali ai centri abitati, le soluzioni sembrano tardare ad arrivare. Tra le possibili misure discusse, si parla di rinforzare i cassonetti, recintare le aree maggiormente esposte e migliorare la gestione dei rifiuti. Ma ad oggi, l’impressione generale è che si continui a “sorvegliare la situazione” senza un intervento definitivo. I cittadini, però, temono che un approccio attendista possa trasformare questi incontri sporadici in una presenza stabile e difficilmente controllabile.
È necessario affrontare il fenomeno con un piano di azioni mirate, prima che la situazione sfugga di mano. Tra le soluzioni immediate, alcuni suggeriscono:
-Rafforzare la raccolta dei rifiuti: una gestione più accurata e frequente della raccolta potrebbe ridurre le fonti di attrazione per i cinghiali, limitando la loro permanenza nelle aree urbane.
-Cassonetti anti-cinghiale: dotare le aree sensibili di contenitori a prova di apertura da parte degli animali selvatici, già adottati con successo in alcune città, potrebbe scoraggiare i cinghiali dal cercare cibo tra i rifiuti urbani.
-Recinzioni nelle aree critiche: proteggere i confini tra l’area urbana e quella boschiva, con l’installazione di recinzioni, per creare una barriera fisica tra gli animali e le strade.
-Dispositivi di dissuasione sonora: i cinghiali potrebbero essere allontanati con l’uso di dispositivi a ultrasuoni, sicuri e non invasivi, capaci di tenere lontani gli animali senza danneggiarli.
Ma senza un sistema omogeneo e centralizzato di raccolta dati, qualsiasi strategia di gestione del cinghiale rischia, però, di essere inefficace e frammentaria. La creazione di un database nazionale che unisca statistiche sugli avvistamenti, dati sugli incidenti stradali e dettagli sugli interventi di prevenzione consentirebbe di avere un quadro completo e aggiornato della situazione. Solo una conoscenza approfondita, in tempo reale, dell’impatto e della distribuzione della popolazione di cinghiali permetterebbe infatti di implementare risposte mirate e flessibili, adattando gli interventi alle specifiche esigenze locali.
Un approccio del genere sarebbe anche utile per superare i limiti delle attuali misure locali, che spesso mancano di coordinamento e risultano insufficienti se non coordinate a livello nazionale. Inoltre, un sistema centralizzato consentirebbe di analizzare dati a lungo termine e di individuare tendenze, come l’incremento in specifiche regioni o il collegamento tra l’aumento della popolazione di cinghiali e gli incidenti stradali. In questo modo, si potrebbe procedere con misure preventive mirate e promuovere una maggiore consapevolezza pubblica, migliorando la sicurezza e riducendo i danni economici e ambientali.
In sintesi, una gestione efficace e coordinata della fauna selvatica richiede una base dati solida e condivisa: solo con queste fondamenta sarà possibile costruire una strategia realmente efficace e sostenibile nel lungo periodo.
Per Cariati, come per molti altri comuni, è tempo di prendere coscienza della necessità di convivere, ma in modo equilibrato e sicuro, con la natura che ci circonda.
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