Ai miei ventiquattro lettori

I giorni scorsi sono stati terribili, per noi tutti che detestiamo la violenza e amiamo la civiltà, il rispetto, la solidarietà e la tolleranza: noi che coltiviamo, in una sola parola, l’ideale di umanità nel senso più alto e nobile del termine.

A due riprese, prima con la morte atroce della giovane Pamela Mastropietro, e poi con il tentato massacro di innocenti da parte di un fascista razzista e xenofobo, tale Traini Luca, la barbarie ha stravolto la città di Macerata e con essa quell’Italia di cui Macerata è un po’ il simbolo: l’Italia che vive nei piccoli centri, nella provincia tranquilla e pacifica; ed ha sconvolto tante coscienze, ha messo in dubbio tante certezze.

Grazie alla possibilità che mi è offerta da Cataldo Formaro di scrivere liberamente su Cariatinet, ho espresso il mio pensiero, al riguardo, con tre articoli che ho pubblicato ieri; e ringrazio tutti coloro, e sono tanti, i quali li hanno letti, e con loro chi mi ha anche espresso la sua condivisione e il suo apprezzamento.

Domani inizia il Festival di Sanremo e vi confesso che, a causa del turbamento provocato da quei fatti, avevo meditato di abbandonare, quest’anno, la consueta cronaca della kermesse.

Ma poi mi sono detto che facendolo avrei concesso un punto a Traini e a tutti quelli che come lui vogliono stravolgere la nostra vita avvolgendoci in una coltre di malessere, avvilimento e vergogna; e mi sono detto che non gliela devo dare vinta: a titolo mio personale, ma anche a nome di Pamela, la cui madre nobilmente ha condannato, anche a nome della sua creatura, il gesto incivile del fascista; e anche a nome dei ragazzi innocenti cui il terrorista ha sparato; e a nome di tutta la gente che vuole vivere la sua vita in pace con tutti, senza prevaricare nessuno e senza sentirsi superiore a nessuno: a partire da voi, miei cari ventiquattro lettori, che vorrei abbracciare tutti, uno per uno, per ringraziarvi di leggermi, e di manifestarmi così spesso la vostra vicinanza e la vostra simpatia.

Dunque, da domani sera sarò di nuovo il vostro cronista per raccontarvi il Festival. Per non arrendermi, per non arrenderci, alla paura e alla violenza. Cercherò di strapparvi qualche sorriso, perché lo sappiamo bene, noi: chi ride può essere malvagio e perfino feroce; ma chi sorride è buono, è ragionevole ed è aperto verso gli altri: non giudica in base ai pregiudizi ed è disposto ad ascoltare, e capire.

Dunque a domani, miei cari ventiquattro lettori. Grazie ancora. Vi voglio bene.

Giuseppe Riccardo Festa

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