Il governo gestisca l’emergenza sociale che ha generato con la sospensione del Reddito di Cittadinanza
CORIGLIANO ROSSANO – Sono vicino al primo cittadino di Carolei, Francesco Iannucci, aggredito per strada da un cittadino cui è stato sospeso il Reddito di Cittadinanza. Purtroppo le scelte scellerate del governo centrale ricadono subito sugli amministratori locali. I Comuni costituiscono primi presidi democratici sul territorio e chi li amministra dovrà gestire in prima persona una situazione di forte crisi creata dal governo nazionale.
Chi quotidianamente deve far fronte alle emergenze, gestirle e cercare soluzioni alternative alle decisioni poste in essere dalla politica e dalla burocrazia romana che troppo spesso sembra vivere tutt’altra realtà da quella del Paese reale.
Come noto ho da sempre contestato l’abolizione del Reddito di Cittadinanza voluto dal governo Meloni. Una decisione non condivisibile per diverse ragioni, prime fra tutte l’aver sospeso una misura che non è mai entrata in funzione al cento per cento, anche per colpa delle amministrazioni regionali che non hanno potenziato i centri per l’impiego e le politiche attive del lavoro e fatto andare a regime la misura di sostegno e integrazione del reddito alle fasce più fragili della popolazione italiana. Al taglio del RdC, cosa ancor più grave, non è subentrata alcuna misura alternativa valida e concreta facendo tornare nello stato di povertà migliaia di nuclei familiari che con il reddito di cittadinanza avevano finalmente conosciuto la dignità.
Solo in provincia di Cosenza l’Inps ha inoltrato comunicazioni di sospensione ad oltre mille persone, per un totale regionale di quasi tremila percettori che dal mese di agosto si ritroveranno senza sostegni.
Il governo sta scaricando l’onere sui Comuni notoriamente senza risorse e personale insufficiente per prendere in carico la bomba sociale che in queste settimane travolgerà il Paese e in particolare il Sud.
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