■Antonio Loiacono
Il mondo del calcio e l’Italia intera piangono la scomparsa di Salvatore “Totò” Schillaci, l’uomo che con le sue giocate ha regalato agli italiani sogni e speranze in un’estate di trentatré anni fa, durante il Mondiale di Italia ’90. A soli 59 anni, Schillaci ci ha lasciati, sconfitto da una malattia che ha aggravato le sue condizioni nelle ultime settimane. L’ex campione era stato ricoverato nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo lo scorso 7 settembre, ma non è riuscito a vincere questa ultima battaglia.
Schillaci è stato un protagonista indimenticabile, un eroe nazionale per milioni di italiani che nel 1990 lo videro emergere come un lampo dalle “Notti Magiche”. Nato a Palermo nel 1964, Totò incarnava la speranza del sud, il ragazzo venuto dal basso che, grazie alla sua passione e dedizione, riuscì a farsi strada nel calcio che conta. Con la sua grinta, trasformò i sogni dei tifosi in realtà, segnando sei reti in quel Mondiale e conquistando il titolo di capocannoniere e miglior giocatore della competizione. Fu proprio la sua semplicità e la sua determinazione che lo fecero diventare uno degli idoli più amati dal popolo italiano.
La carriera di Schillaci cominciò nel Messina, ma la svolta arrivò quando la Juventus decise di puntare su di lui nel 1989, lanciandolo nel grande calcio. Da quel momento, Totò non si fermò più, diventando uno dei protagonisti assoluti della stagione bianconera e del Mondiale. Con il suo carisma ed il suo fiuto per il gol, Totò non solo segnava, ma ispirava: occhi spiritati, braccia alzate al cielo, la sua esultanza era il simbolo di quelle magiche notti di mezza estate che resteranno per sempre nel cuore di tutti i tifosi.
Tuttavia, la sua stella nel calcio si offuscò troppo presto. Le sue stagioni successive alla Juve non furono all’altezza delle aspettative, e dopo un passaggio all’Inter, dove vinse una Coppa Uefa, si trasferì in Giappone, diventando il primo calciatore italiano a giocare nella J. League. Lì, con il Júbilo Iwata, chiuse la carriera, segnando un altro successo vincendo il campionato nipponico nel 1997.
Oltre al calcio, Schillaci rimase sempre sotto i riflettori, partecipando a diversi programmi televisivi e reality show. Da “L’isola dei famosi” nel 2004 a “Pechino Express” nel 2023, dove insieme alla moglie Barbara arrivò in semifinale. Totò aveva il dono di essere amato dal pubblico in qualsiasi contesto, grazie al suo carattere semplice e genuino, qualità che aveva già dimostrato sul campo.
Il calcio italiano perde oggi un simbolo, un uomo che ha segnato la storia dello sport con la sua umiltà ed il suo talento. Schillaci rimarrà per sempre nei cuori di chi lo ha visto brillare e sognare insieme a lui. Le notti magiche del 1990 ci sembrano ora ancora più lontane, ma il ricordo di Totò e dei suoi gol resterà indelebile.
Ciao Totò, grazie di tutto.
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