Le dichiarazioni di Pasquale Tridico sulla misura Carta Dedicata a Te evidenziano un problema strutturale e di distribuzione che affligge questo intervento di sostegno economico. Tridico critica apertamente il meccanismo della misura, denunciando una logica di assegnazione che appare arbitraria e iniqua. Al centro della sua analisi, c’è la profonda discrepanza tra chi ha i requisiti per accedere al beneficio e chi effettivamente lo riceve. In Campania, ad esempio, a fronte di circa 60 mila aventi diritto a Napoli, solo la metà beneficerà della carta solidale, un dato che solleva interrogativi sulla correttezza e sull’efficacia della misura.
Questa denuncia mette in luce uno dei principali difetti della politica di welfare italiana: la mancanza di equità nella redistribuzione delle risorse. Il fatto che il governo non sia in grado di garantire il sostegno a tutte le persone in condizioni di bisogno, nonostante queste abbiano i requisiti necessari, mina il principio stesso di giustizia sociale su cui queste misure dovrebbero basarsi. La Carta Dedicata a Te, anziché rappresentare una risposta efficace alle crescenti difficoltà economiche delle famiglie, rischia di trasformarsi in una sorta di lotteria sociale, dove solo una parte dei bisognosi riceve aiuti.
Il problema non si limita alla sola Campania, ma sembra essere esteso a diverse regioni italiane. La distribuzione dei fondi, come sottolinea Tridico, è irregolare e penalizza territori e famiglie in condizioni di fragilità. Questo deriva, secondo l’europarlamentare, dai criteri stabiliti dal Ministero dell’Agricoltura, che non sembrano tenere conto delle specificità locali né di principi di equità redistributiva. La disomogeneità nella distribuzione degli aiuti crea un ulteriore divario tra le diverse zone del Paese, in particolare tra Nord e Sud, aggravando una situazione già difficile per il Mezzogiorno.
Una delle critiche più forti che Tridico lancia al governo riguarda la mancanza di attenzione alla lotta contro le disuguaglianze. L’europarlamentare sottolinea come questo esecutivo, attraverso scelte mal ponderate e criteri confusi, dimostri di non avere a cuore la riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche che frenano la crescita del Paese. La misura della Carta Dedicata a Te sembra dunque più un’operazione di facciata che una reale soluzione ai problemi strutturali che affliggono l’Italia, in particolare il Sud.
Il problema, in definitiva, è che le risorse stanziate per queste misure sono limitate e, con criteri di assegnazione mal calibrati, si rischia di lasciare indietro proprio coloro che avrebbero più bisogno di supporto. Le disuguaglianze, anziché essere mitigate, vengono in questo modo acuite, poiché le misure di sostegno economico non riescono a coprire in maniera uniforme tutto il territorio né a raggiungere in modo efficace le persone in difficoltà.
La critica di Tridico si pone dunque come un monito per ripensare le politiche di welfare italiane: se non si interviene con criteri di distribuzione equi e con fondi sufficienti, si corre il rischio di aggravare le disuguaglianze, anziché combatterle. La Carta Dedicata a Te diventa così il simbolo di un sistema che, pur con buone intenzioni, non riesce a rispondere adeguatamente alle necessità reali dei cittadini, specialmente in un contesto di crisi economica e sociale sempre più profonda.
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