
La Calabria ha ben 14 certificazioni di produzioni tipiche, di cui 4 Igp. In effetti, marchi di eccellenza di denominazione di origine protetta o di indicazioni geografiche protette. Secondo l’Istat sono ben 255 i prodotti che hanno conquistato uno dei due marchi a livello nazionale. Il risultato assicura il primo posto in classifica all’Italia, rispetto alle altre nazioni europee. Parliamo di produzioni in gran parte note, che hanno conquistato anche importanti fette di mercato interno e internazionale. Abbiamo aziende di terza o quarta generazione che continuano a produrre secondo le piú tradizionali tecniche. Processi manuali che rendono i prodotti unici per sapore e profumo. Un valore aggiunto molto apprezzato, in particolare modo sui mercati internazionali. Ci riferiamo, quindi, a insaccati e prodotti della terra, che hanno tipicizzato la realtà regionale. A partire, ad esempio, dall’olio extravergine dell’alto crotonese, al bergamotto di Reggio Calabria. Nell’elenco ufficiale del Ministero delle Politiche agricole, che viene aggiornato mensilmente, sono presenti anche il caciocavallo Silano, il capocollo di Calabria,i fichi di Cosenza, l’olio extravergine di Lamezia, la liquirizia di Calabria. Quattro, invece, i marchi di indicazione geografica protetta: la patata silana, il limone di Rocca Imperiale, la cipolla rossa di Tropea e le clementine di Calabria. Produzioni di nicchia, dunque, che non sempre sono riuscite, però, ad ampliare il loro mercato, come invece é avvenuto per tanti altri marchi importanti di varie regioni italiane. E’ nata la rete di aziende “Eccellenze di Calabria”, grazie alla quale più aziende in forma aggregata possono promozionare i loro prodotti. La rete, infatti, ha coinvolto una decina di aziende già presenti sul mercato, alcune delle quali con una storia quasi secolare alle spalle. Si tratta di un primo serio tentativo per promuovere tante eccellenze. Un’occasione di sviluppo, ma anche di promozione del territorio, che potrebbe aiutare a smuovere un’economia stagnante ed in continua recessione. Riuscire lungo questa direzione, permette a molti giovani calabresi di avere fiducia di poter costruire in loco il loro futuro, grazie a realtà imprenditoriali che possono crescere, partendo da un loro storico radicamento sul territorio. La mentalità é quella giusta, occorre solo dare coraggio e sostegno alla sperimentale aggregazione. Nicola Campoli
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