UN ALTRO 11 LUGLIO ITALIANO

– Per chi crede nei numeri e nella cabala forse non sara’ una coincidenza. L’11 e il 7, l’ undici di luglio.  Da ieri e’ definitivamente la data storica, quasi epica, del calcio italiano. Era una domenica di 39 anni fa ed era un altro 11 luglio, 1982, quando l’ Italia di Bearzot,  dopo ben 44 anni, conquisto’ il suo terzo titolo mondiale e la sua prima Coppa Fifa. Era veramente un alto mondo, non e’un modo di dire. Allora, si gioco’ a Madrid, in una Spagna appena uscita dal franchismo, la Germania, che gli azzurri avevano di fronte quella sera al Bernabeu, era ancora Ovest e al posto di Mattarella c’ era un partigiano come presidente, cantava Toto Cutugno: Sandro Pertini.

Ma e’ da ieri che l’Italia del calcio e’ di nuovo su un tetto, quello d’Europa, a 53 anni esatti da quell’ Europeo fin troppo casalingo del 1968, vinto in finale contro la Jugoslavia, ma noto soprattutto per una semifinale drammatica con l’Unione Sovietica, decisa dal lancio di una leggendaria monetina (allora ancora i rigori che ieri ci hanno sorriso a Wembley non c’erano), per qualcuno con 2 teste per favorire i padroni di casa.

E invece ieri i ragazzi di Mancini, in un altro memorabile 11 luglio tricolore, hanno battuto i padroni di casa, gli inglesi, che ancora una volta restano all’ asciutto. Eppure gli inventori del calcio partono bene, molto, infatti dopo appena 120 secondi sono gia’ avanti: bel cross dalla destra e tiro al volo di Shaw che batte un incolpevole Donnarumma. E’ 1 a zero per l’Inghilterra, dopo appena 2 minuti. Come ebbe a dire Nando Martellini, all’esordio degli azzurri nei mondiali argentini del 1978 contro la Francia, non si poteva cominciare in maniera peggiore.

E invece no, stavolta la storia cambia, proprio come cambio’ allora per la verita’, perche’ se e’ vero che sotto l’eterna pioggia londinese l’ Italia dei primi 45 minuti pare un pulcino bagnato e’ nella ripresa che inizia la solita riscossa “Made in Italy”. E’ un film che i tifosi azzurri e gli italiani hanno gia’ visto tante volte: si comincia male, pieni di problemi, magari si va anche sotto e le forze sembrano venire meno, poi il riscatto.

Nei secondi 45 minuti gli azzurri hanno uno scatto d’ orgoglio e crescono, a un certo punto sembra cessi pure la pioggia su Wembley, pian piano vengono fuori, si fanno vedere dentro l’area inglese. E arriva il pareggio, meritato, come meritato e’ questo   trofeo, grazie a un astuto colpo di testa di Verratti, c’e’un rimpallo, poi Bonucci che lesto la insacca.  E’ 1 a 1. Inizia un’altra partita. Parecchie le azioni degli italiani, poi  una girandola di cambi: fuori i deludenti Immobile e Barella. Il risultato, pero’, non cambiera’ piu’. Si va ai supplementari, ma forse  si pensa ai rigori sulle rispettive panchine: primo extra time di marca decisamente inglese, mentre il secondo e’ piu’ equilibrato, anche la nazionale dei 3 leoni e’ stanca.

E allora si va alla lotteria dei rigori, che talvolta ci ha portato bene e altre volte male, come e’ normale quando di mezzo c’e’ la sorte. Bene l’ ultima, pochi giorni fa con la Spagna in semifinale. E’ un altro film che sembra gia’ visto e infatti si ripete, per noi sbagliano ” il gallo” Belotti e Jorginho, ma l’ultimo penalty e’ quello fatale per gli inglesi. E allora e’ una apoteosi, un altro 11 luglio italiano.

MARCO TOCCAFONDI BARNI

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