SCALA COELI: IN CONSIGLIO COMUNALE NON PASSA LA PROPOSTA “NO REARM EU”

IL PICCOLO CENTRO SI CONFRONTA CON IL PESO MORALE DELLE PROPRIE SCELTE ISTITUZIONALI

Antonio Loiacono

Nel piccolo borgo di Scala Coeli, si è aperto un dibattito che va ben oltre i confini comunali. Durante la seduta del 20 maggio 2025, il Consiglio Comunale ha discusso una mozione promossa dal gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle. L’obiettivo? “NO REARM EU”!

La mozione è stata firmata dai consiglieri Salvatore Tridico e Maria Caruso e depositata in data 4 aprile scorso. Un’iniziativa che si richiama ai valori universali di convivenza pacifica, rispetto del diritto internazionale e dignità dei popoli. La richiesta non è isolata: prende spunto da numerose altre risoluzioni approvate in Italia, in Europa e nel mondo.

La discussione, lunga e accesa, ha visto l’intervento approfondito del consigliere Salvatore Tridico, che ha illustrato i dettagli della mozione presentata dal suo gruppo consiliare. Il sindaco ha dichiarato che il suo voto contrario alla mozione era dettato dalla necessità di allinearsi alla linea del suo partito: dissentire avrebbe significato porsi in contrasto con le direttive ufficiali. Il vicesindaco, invece, ha espresso una posizione differente, sottolineando che se l’Unione Europea ha deciso di intraprendere certe azioni, una ragione valida doveva pur esserci. “Se lo hanno fatto -ha detto- vuol dire che una forma di difesa è necessaria.”

La mozione, alla fine, non è passata! Degli otto consiglieri presenti all’assise; quattro (ai due promotori si sono aggiunti i consiglieri Graziella Russo e Vincenzo Tridico) hanno votato a favore della mozione mentre gli altri quattro hanno espresso il loro voto contrario. Una scelta netta che ha rivelato una spaccatura ideologica interna all’organo amministrativo.

Nonostante le competenze limitate, i piccoli comuni giocano un ruolo simbolico importantissimo. Possono infatti prendere posizione su temi di portata universale, dando voce a cittadini che desiderano sentirsi parte di un mondo più giusto. Il rigetto della mozione può apparire come una scelta minore, ma ha conseguenze: comunica un messaggio preciso. In un periodo in cui la guerra e la violazione dei diritti umani dominano le cronache, ogni silenzio può essere interpretato come complicità.

Il voto sullo stop al riarmo in Europa, ha mostrato un consiglio diviso non tanto sui fatti, quanto sui principi e sulla fedeltà politica. Dove ci si aspettava coscienza, si è trovata convenienza. Dove si chiedeva coraggio, si è vista retorica.

E così, in nome della pace, si è votato la guerra!

 

 

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