SCALA COELI, DISCARICA: LA GUERRA CONTINUA

Sulla controversa vicenda della discarica privata che sorge in località Pipino, i sindaci del territorio si sono riuniti ieri mattina, alla chetichella, presso il Municipio di Scala Coeli, senza peraltro emettere alcuna comunicazione circa l’esito dell’incontro. Tuttavia, qualcosa siamo riusciti ad apprendere. I primi cittadini, a parole, sono tutti contrari alla discarica, almeno nella complessa procedura che ha portato alla sua realizzazione. Non ci sarebbero, a parere dei sindaci, atti deliberativi regionali che consentono alla Bieco srl, proprietaria dell’impianto, di conferire rifiuti a Pipino, per cui ogni azione volta in tal senso è perfettamente illegale, così come sottolineato dall’ordinanza sindacale del 19 maggio scorso che vieta ogni tipo di abbancamento. Ma proprio contro il citato provvedimento, la Bieco invita e diffida il sindaco di Scala Coeli, Mario Salvato, “a revocare immediatamente l’ordinanza sindacale n. 5 del 19 maggio con la quale il Comune ordinava il divieto di conferimento dei rifiuti in discarica “fino alla comunicazione al Comune di esplicita determinazione da parte dell’Asp, dell’Arpacal e del Dipartimento Politiche Ambientali della Regione Calabria in merito all’ottemperanza alla prescrizione sull’accessibilità e percorribilità della viabilità all’impianto ovvero in modo continuativo ed in sicurezza per gli utenti”. Qualora entro domani “non avrà luogo la predetta revoca, la società titolare della discarica autorizzata in località Pipino agirà presso le competenti autorità giudiziarie per la tutela dei propri diritti e per il risarcimento degli ingenti danni che l’ordinanza le sta arrecando”. Bieco ribadisce che “i rifiuti destinati alla discarica provengono dall’impianto di trattamento di Bucita a Rossano, dove conferiscono, tra gli altri, anche Cariati e Scala Coeli. È falso, pertanto, continuare a parlare ed a scrivere di “rifiuti non trattati”. Ed ancora: “La discarica, inizialmente voluta anche dal sindaco Salvato, gode di tutte le autorizzazioni previste, nel rispetto di tutte le prescrizioni integrative richieste”. Precisazione: “Nei giorni scorsi il Tar Calabria ha rigettato un ennesimo ricorso di privati contro un atto regionale con il quale, al termine di ulteriori accertamenti e verifiche, il Dipartimento Politiche per l’Ambiente revocava gli effetti inibitori delle prescrizioni richieste alla Bieco”. Per finire, “lo scorso 6 maggio si è conclusa positivamente l’ultima visita ispettiva dell’Arpacal presso il sito della discarica, confermando in verbale l’ottemperanza della società proprietaria a tutte le prescrizioni integrative richieste”. Insorge il comitato “No discarica” di Scala Coeli: “La prescrizione prevede che la viabilità di accesso deve garantire la percorribilità in ogni periodo dell’anno e devono essere adottati gli accorgimenti per limitare la polverosità e le molestie derivanti dal traffico di mezzi in ingresso ed uscita dalla discarica”. Il dubbio: “Come si fa a pretendere la percorribilità in sicurezza su un sentiero, che per giunta attraversa anche un torrente, trasformato in una pista mediante lavori non autorizzati e di conseguenza non collaudati”? Ma ci sono tanti altri motivi che autorizzano scetticismi e perplessità- “Ristabiliamo la legalità – scrivono gli oppositori dell’impianto – iniziando con l’emissione di una ordinanza di divieto di transito sulla strada comunale Capoferro/Cordarella visto che la stessa dovrebbe essere percorsa da camion pieni di rifiuti e da autocisterne con massa di 500 quintali carichi di percolato”. Il Comitato “Valle Nicà” sostiene che “se la Bieco avesse avuto tutte le carte in regole a quest’ora avrebbe già conferito i rifiuti in discarica, visto tutti gli schieramenti delle forze dell’ordine venute addirittura da Reggio e dalla Puglia”. Polemico: “Diciamo apertamente come stanno le cose veramente. Già tempo fa il sindaco di Scala Coeli, Mario Salvato, il vice sindaco, Fazio Domenico, ed il tecnico comunale Franco Stella si sono adoperati per fornire alla Bieco i documenti necessari, anche se non veritieri, al fine di iniziare l’iter autorizzativo per la discarica. Poi la Regione ci ha messo tanto del suo, anzi no, ha fatto di più: praticamente ha omesso volutamente tantissime cose, dando il permesso di costruire la discarica in una zona che comprende terreni a coltura Biologica Dop e Doc”. Insomma la querelle continua ed approda addirittura in Parlamento, con un’interrogazione presentata dal Movimento 5 stelle i cui rappresentanti calabresi saranno proprio in località Pipino nei prossimi giorni.

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