■Antonio Loiacono
Ritardi, opere di bonifica mai completate ed una situazione ambientale e sanitaria sempre più critica: la gestione dei rifiuti e dei siti inquinati in Calabria, con particolare riferimento al SIN (Sito di Interesse Nazionale) Crotone-Cassano-Cerchiara, continua a non soddisfare le aspettative della comunità locale. Questo quadro preoccupante è stato al centro dell’interrogazione presentata alla Commissione Europea da Pasquale Tridico, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo. Una denuncia che porta alla ribalta le inadempienze istituzionali e le scelte contestate dalle amministrazioni regionali che, secondo Tridico, rischiano di aggravare ulteriormente il quadro già compromesso del territorio.
Istituito nel 2002, il SIN Crotone-Cassano-Cerchiara era stato concepito per affrontare i gravi problemi ambientali legati a decenni di attività industriali inquinanti. Gli impianti chimici e industriali della zona, cessata la loro attività, hanno lasciato un’eredità di contaminazione e degrado che avrebbe richiesto interventi rapidi e concreti di bonifica. Tuttavia, a più di vent’anni dalla sua istituzione, il sito è ancora lontano da una risoluzione adeguata.
“La Regione Calabria ha approvato un nuovo piano di gestione dei rifiuti che permette l’apertura di nuove discariche in aree già devastate dal punto di vista ambientale e sanitario,” ha dichiarato Tridico, sottolineando come tale decisione sia in contrasto con gli obiettivi di tutela e ripristino ambientale del SIN. “Questo approccio – prosegue Tridico – non solo mette a rischio la salute dei cittadini calabresi, ma solleva anche seri dubbi sul rispetto delle normative comunitarie in materia di gestione dei rifiuti e protezione ambientale.”
La decisione della Regione Calabria di approvare nuove discariche ha sollevato non poche polemiche. Invece di accelerare i processi di bonifica, si opta per una gestione che molti definiscono “al ribasso”, tollerando nuove discariche in un’area che avrebbe bisogno di depurazione e protezione, non di ulteriori carichi inquinanti. In una regione dove il ciclo dei rifiuti è già in sofferenza e dove l’inquinamento ha pesanti ripercussioni sulla salute pubblica, questa scelta appare quantomeno discutibile. Secondo i dati diffusi da alcune associazioni ambientaliste, le patologie respiratorie e oncologiche sono aumentate in maniera preoccupante in diverse aree limitrofe al SIN, confermando le conseguenze drammatiche dell’inquinamento industriale sulla popolazione.
Il Movimento 5 Stelle, come sottolineato da Tridico, ha posto da tempo la tutela dell’ambiente e della salute pubblica tra le proprie priorità, sia a livello regionale che nazionale ed europeo. Gli esponenti del Movimento hanno spesso denunciato le lentezze burocratiche e gli interessi che ostacolano la bonifica dei siti inquinati, chiedendo che l’interesse pubblico e la salute dei cittadini siano messi al centro delle politiche regionali e nazionali.
“La nostra attenzione su questo tema resterà alta -ha assicurato Tridico- perché il diritto alla salute è un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti i cittadini, a maggior ragione in una regione come la Calabria, già penalizzata da difficoltà economiche e carenze infrastrutturali. L’impegno del Movimento –ha concluso il capogruppo europeo- non si limiterà ad una semplice denuncia, ma continuerà con pressioni concrete affinché le istituzioni intervengano in modo efficace e trasparente.”
L’interrogazione presentata da Tridico mira a sollecitare l’intervento della Commissione Europea affinché valuti se l’Italia stia effettivamente rispettando le direttive comunitarie in materia di rifiuti e bonifiche. L’Unione Europea impone infatti rigidi standard per la gestione dei siti inquinati e per la prevenzione dell’inquinamento ambientale, standard che, secondo il M5S, rischiano di non essere rispettati in Calabria. Se l’Europa dovesse accogliere le preoccupazioni sollevate da Tridico, potrebbero scaturire azioni di controllo e monitoraggio più stringenti, con possibili sanzioni per l’Italia qualora non si adegui alle normative europee.
Il futuro del SIN Crotone-Cassano-Cerchiara rimane incerto. I cittadini, ormai esasperati, chiedono una svolta concreta: un piano di bonifica chiaro, tempi definiti e una gestione dei rifiuti che rispetti la salute e il territorio. In assenza di interventi risolutivi, l’area rischia di rimanere un simbolo dell’incuria istituzionale e della mancanza di volontà politica di affrontare una delle più gravi emergenze ambientali della Calabria.
Mentre i residenti attendono risposte e azioni concrete, il monito di Tridico resta un richiamo importante per ricordare che il diritto alla salute e ad un ambiente pulito non sono solo aspirazioni, ma necessità urgenti per una regione che ha già pagato troppo in termini di degrado e di salute.
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