PUGLIESE: Affossato definitivamente “il sogno della nuova s.s.106”

Sulla mancata realizzazione del progetto di ammodernamento e messa in sicurezza della statale 106, l’Associazione “Basta Vittime” non molla, e sgrana il rosario delle responsabilità politiche. Così, dopo gli strali lanciati nientemeno che al Movimento 5 Stelle, adesso tocca al Partito democratico, tacciato di “inconsistenza, egoismo, irresponsabilità ed incapacità”, colpe che sono “alla base del disastro politico più importante della storia degli ultimi 50 anni in Calabria” e che hanno affossato definitivamente “il sogno della nuova s.s.106”. Per l’Associazione “è ormai chiaramente delineato il quadro drammatico con il quale il Presidente dell’Anas Spa (nominato da Renzi in persona), ha deciso ed attuato, con intelligenza e cinismo, la fine del progetto del terzo Megalotto della S.S.106 nell’alto Jonio. Il neo presidente amministratore dell’Anas Spa, Gian Vittorio Armani, “telecomandato” dal presidente del Consiglio in persona, ha infatti deciso che, essendo disponibili sull’opera solo 960 milioni di euro sui1.460 necessari, si dovrà realizzare un nuovo progetto che sia in linea con le risorse attuali”. Insomma, bisognerebbe ricominciare da capo, mentre “è evidente che una riprogettazione costerebbe almeno 6 anni, la riapertura della conferenza dei servizi e, soprattutto, sancirebbe la definitiva soppressione di un’opera i cui fondi attualmente disponibili (960 milioni), non solo sono già pronti da tempo ma da tempo sono pronti a finire, in parte, in altre opere del Nord Italia ed in parte nelle tasche della Astaldi-Impregiro che senza fare nulla incasserebbe, per la legge obiettivo, la grassa penale di un bando vinto e mai realizzato”. Quattrini che vanno, quattrini che vengono e sui quali “qualcuno dovrebbe indagare, come ha giustamente proposto il segretario della Cgil Angelo Sposato nella conferenza stampa di venerdì scorso a Roseto, perché se il governo Renzi, che “manovra i fili” dell’Anas Spa e di Gian Vittorio Armani avesse davvero una volontà politica chiara nel voler ammodernare il terzo Megalotto della S.S.106, avrebbe inserito nella legge di stabilità presentata a suon di trombe neanche 15 giorni, i 500 milioni che mancano per l’opera. Oppure avrebbe più semplicemente imposto ad Anas Spa di realizzare il primo progetto da 1.060 milioni di euro. O più semplicemente avrebbe imposto ad Anas Spa il rispetto delle regole e, quindi, l’avvio immediato dei cantieri per un’opera che ha già il finanziamento del primo stralcio e che è stata approvata da tutti gli Enti coinvolti nell’ambito di una conferenza dei servizi conclusa il 28 luglio del 2014 e, soprattutto, di un iter procedurale definitivamente compiuto addirittura con il parere favorevole (e non vincolante), del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”. Ovviamente, tutto ciò non è avvenuto. Ed allora, l’Associazione “Basta Vittime sulla Strada Statale 106” ritiene che “questo risultato non può che essere addebitato alla politica calabrese. Un tempo avevamo i Mancini e i Misasi, ma oggi, a Roma, c’è davvero il nulla. Ecco servita la devastante sconfitta di tutti i rappresentanti parlamentari calabresi, in particolare quelli di maggioranza, sempre troppo litigiosi e divisi e poco disponibili a fare squadra per difendere gli interessi generali della Regione”. Le responsabilità della disfatta sono ascrivibili, in massima parte, al “Pd calabrese, inebetito dalle diatribe interne a tal punto da non riuscire ad affrontare con determinazione e serietà i problemi più importanti della nostra terra ed incapace di dire anche una sola parola sulla S.S.106 lasciando a Nicodemo Oliverio ed a Stefania Covello la possibilità di aver promosso contro il progetto una interrogazione firmata insieme ad Ermete Realacci”. Nel gran guazzabuglio del misfatto ormai consumato, si erge il “silenzio” istituzionale della Regione il cui presidente, che si è battuto per ottenere l’opera, ha dovuto, obtorto collo, rassegnarsi alla più colossale sconfitta nella storia registrata fino ad oggi da una amministrazione regionale, soprattutto per profonde e marcate responsabilità additabili esclusivamente ai rappresentanti del Pd a Roma”. E gli onorevoli sono serviti.

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