MONDIALI. DA MARADONA A MESSI, IL PALLONE NON E’ PIU’ SOLO

di Marco Toccafondi Barni

– Fino a quando su un campo di calcio rotolerà un pallone questa sarà la partita. E ieri lo ha dimostrato.

E’ la finale dei Mondiali. Non fatevi mai ingannare dai soldi, dai discorsi, dalla demagogia oppure dai troppi interessi e dai boicottaggi che girano intorno a questo gioco meraviglioso e unico. La verità risiede in ogni bambino che potrete vedere in qualsiasi angolo del pianeta mentre calcia la palla, dalle fatiscenti baraccopoli delle città africane fino ai campetti organizzati al meglio nei quartieri bene del cosiddetto 1° mondo, perchè lui ha sempre in mente questa finale.

Non importa quanto sia ricco o povero, se gioca con una palla di stracci e usando dei barattoli come pali oppure in campi perfetti e con palloni moderni, questi 90 fatidici minuti annulleranno tutto, perché  all’ improvviso faranno cadere ogni sovrastruttura. E succede perché si ha a che fare con la vita vera, con la passione, con ciò che in fondo è la cosa più importante per tutti gli esseri umani: esserci. Sì, esistere e quindi emozionarsi con la cosa più bella che c’è: la finalissima dei Mondiali di calcio. Un innamoramento celestiale di un’ intera collettività, dove viene fuori quell’ inimitabile e incantevole mistero che è una partita di pallone. Un grande scrittore argentino scrisse che ogni volta che un bimbo calcia un pallone in una strada e lì che il calcio ricomincia. Oltre tutti i suoi scandali rigenera se stesso. Al di là degli affari o degli intrallazzi è tutta lì la magia di questo gioco bellissimo, che tocca la sua fase apicale proprio in questo match epico.

Argentina – Francia 3 – 3 (4 – 2 dcr)

Ed epopea, effettivamente. Mamma mia che finale abbiamo visto signori miei, quella che ogni vero appassionato di calcio ricorderà per molto tempo. La sogna nelle notti più ardite e sicuramente la racconterà a figli e nipoti con il classico “Io c’ero”. Argentina contro Francia del 2022 verrà ricordata per i  posteri e si fisserà indelebile nella mente di ogni sportivo, che rammenterà dove si trovava e soprattutto con chi era il giorno in cui si è giocata. Sì, perché il calcio è soprattutto questo, lo stare insieme e condividere una passione senza eguali con le persone più care e che un giorno, magari, non ci saranno più, però  tu le ricorderai proprio grazie a quelle emozioni e a quelle partite. Vivranno in quei ricordi e in quelle indescrivibili sensazioni che solo il calcio sa offrire. Quella tra l’ Albiceleste e i Bleus è stata certamente la finale più emozionante della storia, anzi forse addirittura una delle partite più belle di tutti i tempi. Roba da rivaleggiare con la celeberrima Italia – Germania 4 a 3 di Messico ’70.  Alla faccia di chi parlava di Mondiali fasulli, brutti e via discorrendo. Il calcio ha restituito a tutti loro una finale che va oltre la storia per proiettarsi nella leggenda.

L’ Argentina di fatto domina i Blues per quasi 80 minuti, ma la Francia viene rimessa in piedi dalla sua stella più luminosa, in soli 100 secondi. E’ infatti il genio di Kylian Mbappé contro Messi. Poi il match vira nuovamente dalla parte dagli argentini, ma infine è di nuovo riacciuffato dai Bleus. E’ tipico nelle partite iconiche come questa regalare un finale magnifico e iconico, coi tifosi col cuore che batte in gola all’ impazzata. Ti sembra quasi di svenire e non puoi stare fermo. La partita diventa un combattimento a mani nude, vi ci sparisce dentro il centrocampo e restano solo delle folate improvvise e tante occasioni da una parte e dall’altra. Infine i rigori, la lotteria finale dove tutto si decide. Non ci sarà scampo.

Ma Argentina – Francia è stata anche una delle partite più straordinarie dal punto di vista prettamente tecnico. Un’  autentica prelibatezza per palati fini e un’ esclusiva per gli amanti di questo bellissimo gioco, che sa regalare sempre 90 e più minuti strepitosi e oltre ogni possibile immaginazione. Infatti, a parte i 3 rigori, ci sono stati gol di eccezionale fattura: son geometria allo stato puro alcune azioni dell’ Argentina. Vengono scandite da una sequenza di passaggi di prima impressionanti ed effettuati con una precisione e un tempismo inauditi, sia per la rapidità e sia per la destrezza tecnica. Del resto è spettacolare anche il 2-2 di Mbappé , con quella gamba d’appoggio (la sinistra) che viene flessa dal fenomeno francese in un modo così perfetto da permettere all’ altra a gamba di colpire la palla di esterno destro e allo stesso tempo di tenere bassa e forte la traiettoria della sfera e gonfiare la rete albiceleste.

Alla fine ha vinto la squadra che ha meritato di più nei 120 minuti, come giusto che sia, cioè quella  Argentina che aveva iniziato il torneo talmente male da perdere con l’ Arabia Saudita.

Ora sarà solo festa grande nelle enormi strade di Buenos Aires, come in quelle di tutto il paese, con Diego che dall’ alto, se c’è un aldilà, osserverà e tiferà felice come quel bambino che tanti anni fa calciava una palla fatta di stracci nel fango della baraccopoli di Fiorito.

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