Lettera aperta al Sindaco Sero: Mettendo piede ieri pomeriggio a Cariati ho provato un sentimento di dolore.

Gentile Sindaco Avvocato F. Sero, cosa penserebbe arrivando in una località a Lei tanto cara, dopo aver percorso quasi 400 km in auto come il sottoscritto, allo scopo di ritagliarsi, dopo due mesi di intenso lavoro, 36h di relax e trovarsi in un contesto urbano poco accogliente, degradato e piuttosto lontano dallo stato nel quale aveva pensato si trovasse? Per giunta, peraltro, su aspetti urbani e civici in parte minimalisti! Mettendo piede ieri pomeriggio a Cariati ho provato un sentimento di dolore. Si, proprio di dolore fisico fisico. Le condizioni in cui versa il paese non sono quelle di cui mi ero del tutto convinto, ahimè sbagliando (!), leggendo le cronache sui siti dedicati. Non le nascondo per niente che a distanza ero fiero ed orgoglioso che qualcosa finalmente, cui avevo provato a evidenziare anche con le mie critiche costruttive nel corso dell’autunno/inverno/primavera, stesse svoltando. Le spiagge ancora non sono in ordine, e non mi si venga a raccontare che bisogna aspettare. A chi? A cosa? Perché? Un paese che vuole fondare la propria economia, anche se residualmente, sulla promozione turistica: la specifica gara per mettere ordine al litorale la indice in primavera. In più, la raccolta differenziata. Gentile Sindaco, ma dove sono le aree dedicate e le informazioni, affinché il “vacanziere” sia informato su cosa fare? Ma lei da quando manca da Tramonti? Siamo al limite della decenza urbana. Strade e marciapiedi sono impraticabili. Erbacce, immondizia e ingombranti sono uno spettacolo cui non si può assistere. Nella massima franchezza, lungi da me ogni strumentalizzazione visto che interpreto il semplice ruolo di appassionato di Cariati, non posso che manifestarle il mio rammarico e disappunto sullo stato delle cose. Per me così non si fa e per giunta siamo all’inizio della stagione estiva. Confesso che ho un solo gran rammarico. Quest’estate, molti amici che si sono incuriositi alla storia, cultura e alle qualità paesaggistiche del luogo hanno pensato di trascorre qualche giorno in paese. Spero tanto che non mi debba ricredere, avendo firmato ben volentieri e speranzoso per Cariati, le assicuro, un biglietto da visita in bianco. Certe volte spero che tutta questa storia finisca in un liete fine. Dov’é l’orgoglio cariatese? Dov’é la forza dei tanti di non accettare un destino ineluttabile? Urge una umanità critica, priva di boria, che punti al gran riscatto di Cariati. Infine, Gentile Sindaco, ho pensato che, in definitiva, basta che si inizi davvero a rimettere le cose a posto, una a una, per poter dire con orgoglio: “Cariati … é cambiata in meglio”. Nicola Campoli

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