LETTERA APERTA DI APPELLO AI CITTADINI DI CARIATI
Prendendo spunto da un articolo letto da mia moglie su cariatinet, dove si chiede cosa ne pensi il popolo circa questa caduta di governo, provo a dire la mia scrivendovi una lettera-appello.
Come sapete io non sono un tipo molto social. Ho una pagina fecebuk (come la chiama il dott. Perri a cui mando un bacio), che ha creato la mia famiglia a cui, per mia scelta, non accedo mai. Infatti per fare questo commento hanno dovuto rifarla per la terza volta… La prima volta che ho utilizzato internet l’ho fatto per difendere i delfini. Qualcuno affermava che non si trattasse della nostra costa ma di quella pugliese ma io, quel giorno, con Cataldo De Dominicis (patatina) e mio figlio Checco, li ho visti a tre metri dal mio pedalò.
Adesso lo faccio per difendere Cariati, questa terra, questo mare, questo sole, questo paese e questo strano sentimento di odio-amore che nutro per la mia terra e soprattutto per i sacrifici fatti, più che da noi, dai nostri genitori e, ancor prima, dai nostri nonni che sono stati costretti a partire per l’estero e alcuni non hanno mai fatto ritorno. L’esempio l’ho avuto in famiglia: mio nonno paterno, Cataldo Scarpello. Aveva appena deciso di far ritorno a Cariati dopo aver finalmente maturato la sua parte di estero. E’ morto di infarto mentre organizzava il suo ritorno e non è mai arrivato.
Tantissimi ci sono ancora e altri, negli ultimi anni, ci son dovuti tornare, sia giovani che adulti. Credo di non sbagliare affermando che Cariati e i suoi cittadini non meritino questo stato di cose.
Il tatuaggio dice che non mi fido di nessuno ma posso dire che delle persone che citerò ‘ncuna cosa a sacciu (qualcosa la so). Vorrei che il prossimo governo nascesse tra queste persone, da una scelta popolare o da tutti insieme, creando dei team, anche tra avversari che si combattono e si mandano pure a quel paese sfidandosi con progetti per ricostruire il nostro paese e, soprattutto, guardandosi in faccia e non come si usa adesso, offendendosi sul web, si incontrano e non si dicono niente, come se non fosse neanche successo. Ho visto addirittura i protagonisti riderci sopra e poi tornare a casa e ricominciare ad offendersi sul web.
Parto da un mio tatuaggio che porto da qualche anno sul braccio dove c’è scritto: ”je l’am.. a Cariati.. tu unnusacciu…” io amo Cariati tu non lo so, per chi avesse dimenticato il dialetto.
Partendo da questa frase provo a scrive
re una lettera che vuole essere un atto di stima verso le persone che citerò e un appello a tutti per non cadere nei soliti strani giochi ricordandovi e tenendo ben presente il fatto che tanti di noi, e soprattutto tutti quelli che citerò, non c’entriamo un c…o, scusate la scurrilità, ma quann cci vo cci vo, con i danni arrecati al nostro paese perché sono iniziati oltre 30 anni fa e molti non erano neanche nati o erani piccoli. Oggi però non solo sono nati ma sono anche grandi e, come me che ho imposto alla mia famiglia di vivere qua, hanno il diritto di dire la propria.
Auguri e fijj masculi!
Per quanto mi riguarda se qualcuno dovesse offendermi su internet sia ben chiaro “su scont” altro che finta di niente (o li rump u culu o mu rump iddu a mia).
Le persone sono queste, le chiamerò tutti dottori perché, ognuno, a suo modo, per me lo è.
Dott. Nunzio Funaro
Dott. Francesco Cicciù
Dott.ssa Concetta Cuparo (tab
accheria Coppola)
Dott.ssa Filomena Greco
Dott.ssa Maria Crescente
Dott.ssa Caterina Agazio
Dott.ssa Assunta Scorpiniti
Dott.ssa Maria Cosenza
Dott.ssa Antonella Critelli
Dott. Orlando Tangari (Pedros)
Dott. Francesco Cosentino
Dott. Antonio Scarnato
Dott. Giuseppe Parise
Dott. Ssa Teresa Cosentino
Dott. Taluzzo
Dott. Emanuele Maduli
Dott. Giuseppe Milillo
Dott.ssa Lucienne Santoro
Dott.ssa Achiropita Paturzi
Dott. Gabriele Alterino
Dott. Pasquale Fuoco
Dott. Giuseppe Di Donna
Dott. Pierluigi Montesanto (Pierazz)
Dott.ssa Maria Francesca Talarico
Dott.ssa Angelica Nigro
Dott. Francesco Urso
Dott. Forciniti Cataldo o Luigi (frutta e verdura)
Dott.ssa Patrizia Spagnolo (Cucciolona)
Dott. Mc Gyver
Dott. Luigi Montesanto (u Varcaiol)
Dott.ssa Ines Scalioti
Dott.ssa Mariaelena Ciccopiedi
Dott. Pino Moviola
Dott. Provino Meles
Dott. Nicola Agazio
Dott. Pasquale Marino
Dott. Vittorio Tosto
Dott. Giuseppe Russo (Cucuzza)
Dott. Massimo Ferrante
Dott. Pino Fanigliulo
Dott. Mimmo Imperiale
Credo ciecamente che se questo gruppo riuscisse a metter da parte l’egocentrismo e l’amor proprio, per me solo fine a se stesso, potrebbe creare un esercito in grado di vincere qualsiasi sfida con facilità e riuscire, con le qualità e, per finire,con l’amore per il proprio paese, a riportare Cariati in campo per competere con i comuni limitrofi.
Potrebbero sembrare tanti ma in una comunità di 5000 persone non credo lo siano. Forse ne ho dimenticato qualcuno o ne avrò messo qualcuno di troppo o meglio, più che di troppo che non riesce a superare i rancori personali per il bene di Cariati. A queste persone, l’unica cosa che posso dire è “povaredd a vui che non sapete cosa vi perdete”.
Nell’elenco, oltre che professionisti, ci sono artigiani, muratori, elettricisti ecc, perché credo che una delle prime cose da fare per risparmiare, oltre agli uffici dirigenziali, siano gli uffici pratici, gli uffici dei muratori, degli acquaioli, degli elettricisti ecc. che facciano la manutenzione ordinaria tutti i giorni anche perché, con i soldi di un solo mandato esterno, per ripristino o altro, si pagano contributi e stipendi per due operai per 10 anni; stessa cosa per i mandati esterni di av
vocatura dove, con i soldi di un solo mandato si possono pagare 20 anni di stipendio di due avvocati a giro.
Oltretutto, visto che l’unica cosa di cui abbiamo certezza è che soldi non ce ne sono, mandati non se ne possono e non se ne devono più pagare. Non ce lo possiamo permettere!
Come avrete notato ci sono tantissime donne perché credo che, più che migliori di noi maschietti, in questo particolare momento, siano più utili per raggiungere più celermente i nostri obbiettivi.
Chiedo a tutti di riflettere bene e pensare anche al fatto che solo trent’anni fa, da Roseto fino a Crotone, Cariati era, e torno a dire era, il paese più importante dell’alto Ionio cosentino. La gente veniva a Cariati da tutte le parti! I paesi vicini come Mirto, Torretta, Torre Melissa ecc. neanche esistevano ma oggi sono migliorati tantissimo. Noi invece non siamo neanche riusciti a mantenere ciò che avevamo già.
Abbiamo perso tutto.
Se ci pensate bene sarete con me quando dico che non era facile distruggere Cariati.
Ci si è dovuti impegnare molto per riuscirci e credo che, più che lauree siano, serviti dei master!
Purtroppo, per ricostruire, abbiamo una guerra da affrontare e dobbiamo partire il più velocemente possibile e vorrei che le persone citate nell’elenco fossero gli ufficiali al comando del nostro esercito. Un esercito supportato da tutto il nostro popolo e da gente come me o Rocc Ciucculat che nell’ultima campagna elettorale, pur trovandoci schierati in opposte fazio
ni, siamo consapevoli e ci siamo sempre detto che la politica passa ma la famiglia resta.
Ma alla fine, nella nostra, come in tante altre famiglie, il danno si è verificato ugualmente… ma per i cazzi degli altri!
Noi siamo i primi due cani arraggiat ma seguono tutti i muratori, acquaioli, agricoltori, commercianti, pescatori, pensionati, giovani ecc.
Il fatto gravissimo accaduto a tutti noi, soprattutto ai giovani, è che si è persa la speranza.
Nessuno ha più speranza. Questo, lasciatemelo dire, è un sentimento ignobile e indegno da provare. Per rispetto soprattutto per le persone come i miei genitori che sono nati tra il 30 e il 40 e, pur uscendo da una guerra mondiale, dove tutto era davvero distrutto, una speranza per il futuro la avevano. Io pretendo da chi ha i ruoli, di fare anche l’impossibile per ridare speranza a questa terra e ai nostri ragazzi che sono i più scettici di tutti.
Andiamo adesso alla figura leader. Avere a sindaco della comunità una donna manager è una cosa che apprezzo e vorrei si ripetesse. L’ultima che abbiamo avuto, Filomena Greco, penso personalmente che sia l’unica cosa difendibile di questa amministrazione. Forse, sempre personalmente, le potrei sindacare la scelta di qualche collaboratore ma credo che sulla sua persona nessuno, me compreso, possa dire a.
Mi ha dimostrato la sua intelligenza e la sua appartenenza ultimamente all’inizio delle feste natalizie in tempi non sospetti. Ci siamo fatti gli auguri e le ho detto che non mi piaceva ciò che le stava accadendo intorno. Da parte sua non potevo ricevere risposta migliore: “oj massà, u sa chi ti dic? Adduv arriv arriv si nò fazz com m’ha sempr dittu a mamma e mpizz u palu”
L’ho rivista giorno 5/1 non per
l’annuncio del progetto dell’ospedale, perché ero fuori, ma in seconda serata quando il patatrac era già successo e, fra le altre cose, mi ha anche detto che non sa se vuole ricandidarsi. E se così fosse non credo sia facile trovare un’altra donna al suo livello. Io, da combattente, sicuramente ho bisogno di aver fiducia nell’abilità, nel buongusto, nella praticità, nell’astuzia, nell’arguzia che in questo momento è la qualità di cui più abbiamo bisogno, e nel buonsenso di chi mi guida.
Detto ciò, anche se mi beccherò il primo vaffanculo perché so che a lei non interessa e non vuole farlo, l’unica persona che mi viene in mente per il suo esempio, è la dott.ssa Franca Corvini quella di Cento di Ferrara non quella del Vascellero che vivendo da troppi anni a Cariati potrebbe essere stata forse un po’ contaminata dalla nostra negatività.
Ho detto questo perché, voglio far capire quali de
vono essere le nostre aspirazioni quando pensiamo alla figura di sindaco. Se non dovesse essere Filomena Greco (può piacere e non piacere, A ME PIACE) se non dovesse essere Franca Corvini (può piacere e non piacere, A ME PIACE) io Mimmo Scarpello, u fijj ir’u Sceriff i ra razz i ri Middij più che il Massaro, voglio qualcuno degno di loro e delle loro capacità. Di una cosa sono certo circa queste due persone: a prescindere odiano e AMANO Cariati quanto me.
Per dimostrarvi il mio ancora vivo sentimento di speranza provo a farlo con delle foto.
Le prime riguardano i miei cani che, come tutti ricorderete, li avete sempre visti solo ed esclusivamente con bandane rosse. L’ultimo cucciolo arrivato in casa ha soli 4 mesi e mezzo, di rosso ha solo il nome, Mirtillo! Lui è bianco ma la sua bandana è verde come il colore della speranza che deve rinascere in tutti noi.
L’ultima foto riguarda un altro mio tatuaggio che ho sull’avambraccio, dove c’è scritto: “Cambiamenti… e il meglio deve ancora venire” .
Vorrei che un po’ tutti la pensassimo allo stesso modo. Io lo penso e oltre a metterci la faccia perché come vi dico sempre “je cagn un ni tegn”, frase a me cara che ripeto spesso. Ho addirittura costretto le due inviate di Mezzogiorno in famiglia Elena e Manila a ripeterlo!
Me lo sono stampato sulla pelle per non dimenticarmene.
Buon lavoro più che buon anno. Riflettete con la vostra testa e soprattutto con il vostro cuore. Cariati lo merita.
Nb: il 100% delle persone citate non sa nulla di questo mio scritto. Mi scuso e gli mando un bacio con affetto sperando che non me ne vogliano per averli messi in mezzo.
La lettera è finita. Passiamo all’appello.
L’appello che voglio fare a tutti i cariatesi che vivono qui o sono sparsi per l’italia o all’estero, di non stare come degli imbecilli ad aspettare i soliti strateghi che escono fuori solo durante le elezioni e a chi sta affilando gli artigli, per farsi i cazzi suoi ma con il culo degli altri, di non lasciargli spazio per organizzarsi.
La soluzione c’è. Facciamo come se si trattasse di primarie e, ognuno di noi, partendo dall’elenco, a cui possiamo aggiungere chiunque riteniamo valido, (l’unica condizione che metto è che non sia gente ca feta) scelga i possibili candidati direttamente votandoli su una pagina che creeremo a breve, anche in collaborazione con cariatinet se vorrà sposare l’iniziativa. Scegliamo noi, non lasciamo che qualcun altro lo faccia per noi come succede ormai da troppo tempo a questa parte e visti i risultati ottenuti, certi personaggi vanno eliminati dalla piazza. Così, a chi stava già pregustando il boccone… glielo facciamo andare di traverso.
Vorrei tanto trasmettervi un’ iniezione di fiducia. In fondo basta che ognuno di noi dia uno sguardo al nostro recente passato per vederla. L’esperienza di Mezzogiorno in famiglia. Ci siamo misurati con comuni di tutta Italia e la stessa rai ci ha fatto i complimenti per aver vinto in piazza. Non per la competizione sportiva, dove abbiamo vinto comunque, ma per le proposte più belle, per i temi sviluppati, per l’originalità nella realizzazione e, soprattutto, per la qualità che abbiamo dimostrato sul campo. Siamo noi anche quelli e sicuramente non avevamo i mezzi degli altri comuni concorrenti. Se vi ricordate abbiamo fatto ricorso anche a delle collette. E’ anche grazie a quelle collette che ci siamo riusciti. Soprattutto, però, ci siamo riusciti perché lo abbiamo fatto insieme. Da quelli in prima linea, come me o Pedros, a chi aveva i contatti diretti con la Rai, fino all’ultima ruota del carro o mozzo della nave.
Tutti fondamentali.
Su tutti spiccano le donne di Cariati centro. Quando sono state chiamate in campo hanno tirato fuori una cucina che poteva sfidare anche i migliori cuochi di Masterchef.
Da sola, un’amministrazione non può andare da nessuna parte. Se non ha una squadra unita, e con squadra si intende ognuno di noi, non può vincere.
Chiedo un’ultima cosa: da questo preciso momento, e almeno per i prossimi dieci anni, che si possa cancellare dal nostro vocabolario la parola “però”.
Niente più però.
Facciamo e basta!
Un bacio grande e forza Cariati
Mimm’ u Massar
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