La vicenda della Sogefil SpA tiene in ansia molti Comuni della Calabria, in modo specifico della provincia di Cosenza.

La vicenda della Sogefil SpA tiene in ansia molti Comuni della Calabria, in modo specifico della provincia di Cosenza. Più di ottanta. Le accuse della magistratura verso i vertici della società sono precise e ben articolate. La Procura della Repubblica cosentina da qualche tempo aveva avviato una serie d’indagini sull’attività di riscossione dei tributi, che la Sogefil SpA realizzava per molti municipi della provincia. In effetti, i soldi incassati non venivano trasferiti con puntualità sui conti correnti dei Comuni, così come prevedevano gli accordi contrattuali stipulati in passato. La società per azioni, periodicamente contattata dalle varie amministrazioni clienti, ha tentato di prendere tempo, adducendo scuse legate alla mancanza temporanea di liquidità. Una assenza di disponibilità finanziaria protratta, tuttavia, nel tempo, che ha irrimediabilmente determinato anche l’avvio di una procedura di fallimento. Non entro volutamente nel merito dell’impianto accusatorio, che lascio a chi è deputato a farlo, ma tengo a rilevare che per i Comuni coinvolti, e nel caso specifico per l’amministrazione di piazza Friozzi, l’episodio aggrava una situazione economico-finanziaria, già parecchio in sofferenza. Resta un preoccupante interrogativo sulla carta, cui si dovrà nei prossimi mesi dare una risposta. In breve, su come si sia materializzata una violazione così pesante, riguardo a un tema sul quale i cittadini sono molto sensibili. Quel monte tasse pagato da residenti, turisti e operatori, affinché si utilizzino in modo accorto e premuroso per la collettività. Chi doveva monitorare sulla situazione contabile della Sogefil SpA, in modo che tutto procedesse secondo le regole prestabilite? L’auspicio è che presto si arriverà alla conclusione del caso. Vorrei provare in sintesi, e spero di riuscire, a capovolgere ciò che è accaduto, trovando nella triste circostanza quel qualcosa di positivo che stimoli gli amministratori locali, di Cariati, ma anche di altri Comuni, a fare il passo deciso in avanti, quasi obbligato, nella gestione associata di alcuni servizi comunali. Si tratta delle funzioni fondamentali di un’amministrazione, puntando su strategie e modalità operative in un quadro di insieme. Certo permane, tuttora, l’incertezza su cosa mettere congiuntamente di concreto, vista finora la genericità delle funzioni fondamentali. Ai cittadini non interessano, invero, demagogie o deleterie architetture di accorpamenti forzosi, bensì una migliore risposta nei servizi, possibilmente a costi ridotti. L’impianto normativo attuale non sembra portare a queste conclusioni. La speranza è che migliori finalmente la situazione attuale. Serve un approccio diverso da parte dei pubblici amministratori. Che devono riguardare e razionalizzare l’attività ordinaria da poter mettere insieme, finanche in funzione all’utilizzo dei fondi sulle politiche di sviluppo, vedi prossima programmazione delle risorse comunitarie 2014/2020, e, quindi, le linee di intervento comuni che possono scaturire. Gli argomenti da porre al centro dello stare insieme sono quelli più percepiti dalle persone: scuola, sanità, trasporti, sicurezza, diritti fondamentali di cittadinanza e servizi essenziali. L’idea potrebbe essere quella votata a un progetto di gestione associata delle funzioni fondamentali della macchina amministrativa, fra alcuni Comuni che potrebbero avere voglia di farlo, ad esempio, con Cariati. Con la crisi della globalizzazione che ha investito da qualche anno tutti i paesi industrializzati, i singoli territori tornano prepotentemente in prima fila e con essi le istituzioni locali che li governano. Allora gli enti locali possono e devono ripartire per porre nuove basi di sviluppo locale, basi fatte di coesione sociale oltre che di fattori economici e di competitività. Per incamminarsi lungo questo binario non si può fare a meno di stabilire proficui rapporti e legami sinergici tra amministrazioni comunali. La necessita è di rispondere adeguatamente alle esigenze crescenti di cittadini e non residenti nel caso di località turistiche, in termini di qualità delle politiche e dei servizi, avendo risorse scarse. Tutto questo obbliga le pubbliche amministrazioni a conoscere in modo approfondito le loro performance economico-finanziarie e organizzative, al fine di individuare modalità e opportunità per raggiungere gli obiettivi strategici e politici, assicurando sia la qualità dei servizi sia l’efficacia dell’azione amministrativa. Tale affermazione è ancora più vera per le forme associative, le quali nascono volontariamente o obbligatoriamente, proprio per dare la possibilità ai Comuni, specie piccoli e piccolissimi, di essere maggiormente adeguati nel dare risposte efficienti alla cittadinanza. Meglio, quindi, iniziare a ragionare insieme, implementando e capitalizzando le esperienze già all’uopo avviate, per non ripetere episodi negativi, quanto lo è stato quello della Sogefil SpA. Nicola Campoli

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