■Antonio Loiacono
L’approvazione del diritto alla riparazione come legge europea rappresenta un passo significativo verso la promozione di un’economia circolare, ma la vera sfida ora si sposta sul recepimento della direttiva da parte del governo italiano. La norma punta a rendere più semplice e conveniente la riparazione dei beni difettosi, contrastando la cultura dell’usa e getta che ha dominato per anni. Tuttavia, le aspettative e le preoccupazioni degli attori coinvolti – imprenditori, artigiani e consumatori – sono molteplici e riflettono la complessità della situazione.
Per gli artigiani italiani, che rappresentano una parte considerevole del tessuto economico del Paese, il diritto alla riparazione potrebbe offrire nuove opportunità, ma solo se accompagnato da adeguate tutele. Il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, ha sottolineato l’importanza di garantire ai riparatori indipendenti pari accesso ai pezzi di ricambio, agli strumenti ed alle informazioni tecniche dei produttori, una richiesta che rispecchia la necessità di creare un mercato più equo e competitivo. Tuttavia, il testo finale della direttiva appare ancora ambiguo su questo punto, sollevando preoccupazioni tra gli artigiani.
Anche i riparatori autorizzati esprimono dubbi riguardo alla sostenibilità economica delle nuove norme, in particolare per quanto riguarda l’estensione della garanzia di un anno. La possibilità che i piccoli artigiani possano essere ulteriormente penalizzati dalla normativa di recepimento è un timore condiviso, soprattutto in un contesto in cui i costi di riparazione non sempre sono coperti dalle case produttrici. L’introduzione di strumenti di trasparenza per i consumatori, come il modulo europeo per la riparazione e la piattaforma online, pur essendo un passo avanti per la tutela dei diritti dei consumatori, viene vista con preoccupazione per i potenziali oneri amministrativi ed economici che potrebbe comportare per le imprese.
Dal lato dei consumatori, le associazioni chiedono ulteriori miglioramenti alla direttiva. La proposta di Altroconsumo di invertire l’onere della prova a favore del consumatore nel secondo anno di garanzia, e di estendere il diritto alla riparazione a tutti i piccoli elettrodomestici, sottolinea la necessità di una maggiore protezione dei diritti dei consumatori. Inoltre, la richiesta di poter rivolgersi direttamente al produttore durante il periodo di garanzia rappresenta un tentativo di semplificare e rendere più efficaci i processi di riparazione.
In sintesi, mentre la direttiva europea sul diritto alla riparazione segna un progresso importante, il suo successo dipenderà da come verrà recepita ed implementata a livello nazionale. Sarà cruciale bilanciare le esigenze di tutte le parti coinvolte, garantendo che il diritto alla riparazione non solo promuova la sostenibilità, ma anche un mercato equo ed accessibile per consumatori ed artigiani.
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