Da più di due settimane prolifera sui social network, una sorta di gioco tutto al femminile

Da più di due settimane prolifera sui social network, che vanno per la maggiore, una sorta di gioco tutto al femminile, dove donne di qualsiasi età postano sui loro profili personali dei messaggi, che le portano ad annunciare che presto partiranno per una ambita località estera. A tali avvincenti, e inaspettati, messaggi si susseguono i diversi e colorati commenti dei loro amici. Sembra, che la qualcosa dovrebbe servire a sensibilizzare i singoli su un delicato tema, in primis quelli di sesso maschile. Infatti, una volta scoperta la finalità, gli autori informano gli amici della campagna di prevenzione sul brutto male del secolo. Ormai il gioco é tra quelli più gettonati, creando tanti equivoci, spesso anche poco simpatici e volgari. Al punto da favorire dopo un impazzimento generale che si moltiplica a catena, i cui effetti mi appaiono molto negativi. Purtroppo, nell’epoca della rete virtuale tutto diventa di dominio pubblico. E, inevitabilmente, che anche chi, tra virgolette non casca nel gioco, viene travolto nella stupida spirale. Allora mi domando. Ma l’idea sortirà i suoi effetti? Ritengo la campagna pubblicitaria, ahimè, figlia dei nostri opachi tempi. Bisogna arrivare a tutto ciò, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, su un tema così serio e delicato? Siamo davvero caduti in basso. Non credo affatto che la rete aiuti a recuperare quei valori etici e morali, che devono servire all’autorevole causa e alla conseguente missione di vita. A volte, penso che l’innovazione fa brutti scherzi e questo caso ne é una prova eclatante. Ecco perché, qualche volta, nasce l’esigenza di prendere le giuste misure, verso un mondo virtuale e per giunta artefatto. D’altra parte, sarebbe più adatto costruire rapporti costruttivi più veri e concreti, in modo da percepire de visu le sensazioni che servono al raggiungimento degli onorevoli scopi. Nicola Campoli

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