Cos’è e . . . dove va Cariati? 

Sarebbe ora di prendersi cura di Cariati

Il paese l’ho trovato come l’ho lasciato a fine agosto. Tutto continua a essere cristallizzato, salvo qualche piccolo intervento di decoro urbano, stranamente in corso proprio in queste giornate pasquali, e la sistemazione di alcune aree verdi sul lungomare e sulla SS 106. Si tratta di interventi a carattere ordinario. Ne servirebbero tanti come quelli appena citati per dare forse una piccola scossa sul piano dell’immagine che – nessuno se ne dispiaccia – lascia ancora tanto a desiderare. 

È evidente che la seconda consiliatura dell’avv.Filomena Greco si avvia stanca alla meta del fine corso, prevista per la primavera del 2023.  I cariatesi appaiono assuefatti al peggio. Non hanno più mordente e sono preoccupati sul futuro della comunità, dovendo con tutta probabilità fare i conti con uno scenario politico stantio e vecchio.  

Non c’è cariatese che ho incontrato in questi giorni che non ripeta, come un vecchio copione, che Cariati in passato ha segnato in positivo la storia di questa pezzo della Calabria, assumendo un ruolo trainante per gli altri Comuni del territorio grazie peraltro a un potenziale di tutto rispetto. 

Tuttavia da tempo sconta, per una serie di ragioni, un blocco e non si riesce a incanalare la sua forza lungo la direzione giusta e necessaria. Chiunque che ascolto è deluso per quanto è stato sprecato e si mostra perplesso sul futuro che non fa sperare nulla di buono. 

Sarebbe ora di prendersi cura di Cariati, trasformando essa in luogo di opportunità da cogliere, affrontando in modo radicale le diverse e attuali disfunzionalità economiche, agendo sulla prossimità e creando un cantiere permanente fondato sull’ascolto delle persone. 

Occorre puntare probabilmente su quel vero e proprio esercito civile, fatto dai cariatesi in parte nascosti, impegnato nel cercare di tessere legami, di «rammendare» gli strappi avvenuti nella società, considerando tale lavoro sociale, civico ed educativo quale leva per far emergere dal basso una nuova classe dirigente.

Certo, non sarà facile recuperare il grave ritardo accumulato, comunque decisiva sarà la capacità di misurarsi concretamente con nuovi orizzonti che si andranno ad aprire da qui a breve. In ogni caso occorre dotarsi con coraggio e lungimiranza su una innovativa visione glocale di Cariati, liberandola dalla paralisi di molti anni. Allora per rilanciare Cariati una e indivisibile, rinnovata e competitiva nel dopo pandemia, si richiederebbero persone con tanta umiltà e modestia. Invece, di diversi attori in cerca solo di affermare il proprio effimero protagonismo. 

Nicola Campoli 

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