Coppa America 2024: “L’ Argentina va, il Canada cade con onore”

di Marco Toccafondi Barni

Tiembla el continente, trema il continente: l’ America. Sì, perché stavolta si gioca dai ghiacchi dell’ Alaska fino a quelli della Tierra del Fuego. Per un trofeo a stelle e strisce l’esordio è ad Atlanta, la casa della Coca Cola, la cosa più Made in Usa del mondo.

E stavolta si tratta del calcio, quello vero, in questo torneo dove non contano più i soldi, ma le storie delle favelas o delle baraccopoli, arrivare a vincere un trofeo ambitissimo, il più antico, che vale come quello Europeo e non come la ormai sbiadita Copa Libertadores rispetto alla Champions, tanta è la distanza economica con la coppa dalle grandi orecchie. Ma qui invece no, c’è il riscatto, perché il Sudamerica e il continente intero diventano e si sentono veramente come l’ Europa. Siamo alla pari, signori miei, perché contano il talento e la natura, mica i soldi.

Argentina Canada 2 – 0

– Si inizia col botto, in questa Coppa America vestita a stelle e strisce. Ed è infatti un testa coda geografico come calcistico: Argentina contro Canada. Dalla Tierra del Fuego al nord d’America, dai campioni di tutto, Mondo e Americhe, alla 41° posizione del ranking FIFA. Eppure in campo questa differenza non si vede, almeno nel primo tempo, anzi sono addirittura i canadesi a mostrarsi più pericolosi rispetto ai campioni del mondo.

Accade un po’ di tutto intorno alla mezz’ora, quando gli uomini di Marsch hanno due occasioni colossali per passare in vantaggio. Capita perché i canadesi fanno tutto bene o quasi ed entrano come un affilato coltello nel burro nella difesa albiceleste. Per lunghi tratti giocano senza fare errori grossolani, come da filosofia del loro tecnico osano, imbrigliando i talenti argentini più luminosi: uno spento Di Maria, Alvarez e soprattutto Messi.

Certo, anche l’ Argentina si è resa pericolosa, però è stato soprattutto all’ inizio, forse nella speranza di mettere subito le cose in chiaro con i canadesi. Il punto è che non succede, anche grazie ad un attento Max Crepeau, l’esperto portiere canadese che in quel di Los Angeles è una leggenda, fin da quando si infortunò pur di far vincere il campionato alla squadra della città degli angeli. I primi 45 minuti si chiudono quindi a reti bianche, ma è il Canada che puo’ recriminare qualcosa, non certo i campioni del mondo.

Nel secondo tempo è tutta un’ altra storia, l’ Argentina si ricorda di essere campione di tutto quel che esiste e va immediamente in gol: passano appena 3 minuti ed è il talento Citizen, El Arana Julian Alvarez, a portare avanti la Seleccìon. Uno a zero, crolla il muro canadese. Dopo un’ azione avvolgente del solito Messi e un’ uscita folle di Max (non nuovo a certe pazzie), che avrebbe senz’altro decretato il rigore, Julian la mette. Palla al centro e adesso i “The Canucks” possono disintegrarsi o reggere. Ebbene, reggono, visto hanno ancora le loro belle occasioni per pareggiare e reclamano persino un rigore (che non c’era, come stabilito dal controllo VAR), ma alla fine sarà proprio l’Alter ego di Alvarez, Lautaro Martinez, a raddoppiare. Tocco geniale di Messi per l’interista che non si fa pregare e fa due a zero.

Dopo un primo tempo così così i campioni del mondo regolano un Canada comunque più che dignitoso. Adesso tocca al Cile, una partita che ricorda tante finali di Coppa America. Ne vedremo delle belle. Tiembla el continente.

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