CASA DI RIPOSO FONDAZIONE S. MARIA BOCCHIGLIERO In riferimento a quanto pubblicato in alcuni articoli di quotidiani locali, in data 24 giugno u.s., il Consiglio di Amministrazione della Casa di riposo per anziani S. Maria di Bocchigliero, esprime sconcerto e rammarico per quanto in essi affermato da un gruppo di dipendenti, non nascondendo lo stupore provato nel leggere dati appositamente manipolati per occultare la realtà della situazione, che ormai vede quasi concluso liter peraltro concordato con i dipendenti e le sigle sindacali coinvolte – per la salvaguardia della Casa, dei posti di lavoro e delle spettanze arretrate. In data 4 giugno, ultimo incontro in ordine di tempo tra il C.d.A., i dipendenti e i rappresentanti sindacali, alla presenza dellArcivescovo, dopo aver preso atto di quanto avvenuto nei vari tavoli di concertazione tenutisi in Prefettura con la mediazione dello stesso Sig. Prefetto, con i vari Enti interessati, le parti si erano date scadenze da perseguire nei giorni a venire: 1. Pagamento di Euro 28.000,00 allINPS per gli Agi, condizione indispensabile per lammissibilità del piano di ristrutturazione (pagamento effettuato il 17.06.2010) 2. Presentazione al Tribunale del suddetto Piano. 3. Predisposizione del piano e dei turni per le ferie (già affisso allalbo della Casa) 4. Predisposizione di un regolamento per il sereno rispetto del Codice disciplinare, già inviato allSdL per eventuali modifiche 5. Inizio delle trattative individuali con i dipendenti che hanno manifestato lintenzione di lasciare il lavoro; trattative già in corso. Stupisce ed offende a distanza di 20 giorni, il comportamento sleale dellSdL, che quasi dimentico di quanto sopra espresso cerca di buttare, falsamente, fango su tutti, senza criterio e razionalità. A che gioco sta giocando? Ma veramente ha a cuore la soluzione o il voler emergere come il padrone e, quindi, il solutore della situazione? Non va dimenticato che proprio questo tipo di comportamento fa fatto fallire 2 tentativi di trattative precedenti. Cosa è cambiato dalla precedente nota dellSDL, apparsa sui quotidiani recentemente, che- intempestivamente – annunziava la soluzione del problema? Ma va ancora sottolineata la falsità delle affermazioni riferite allArcivescovo, alla Curia e persino ai rappresentanti nel C.d.A: E stato sin troppe volte ripetuto che la casa S. Maria non ha nulla a che fare con la Diocesi, ma è stata voluta e realizzata tanti anni fa dallallora parroco don Domenico Spina, il quale nel tormentato Statuto ha inserito che 2 membri del C.d.A. fossero designati dallArcivescovo di Rossano, il quale contrariamente quanto affermano dallSDL – non ha potere di controllo. Dire del disinteresse dellArcivescovo è dire una bugia grande quanto tutto Bocchigliero. Non solo 4 anni fa il problema è stato posto da mons. Marcianò su canali di soluzione, ma è anche una menzogna per gli ultimi accadimenti: appunto lincontro di una mattinata, nonostante la Visita Pastorale, per fare il punto della situazione. Perché invece di dire scellerata gestione non si dice che a fronte di una media di 20 ricoverati il numero dei dipendenti era fortemente maggiore a quanto richiesto dalle leggi e che il livello dello stipendio era il più alto tra le tipologie in uso presso le strutture similari? Non parte da qui lindebitamento? Unaltra falsità è lammontare delle mensilità arretrate: nessuno ha un credito di 50 mensilità (tra laltro ogni 7 giorni la cifra aumenta di decine di mensilità). Alcuni dipendenti, con atti di pignoramento a danno degli stessi colleghi, avanzano ben poco rispetto a quanto vogliono far apparire. Per quanto riguarda linizio dei pagamenti, nella citata riunione è stata fatta presente la difficoltà a ricevere le quote da parte della Regione e dellASP, in quanto la Regìone Calabria ha bloccato tutti i fondi, mettendo in difficoltà tutte le strutture assistenziali regionali. Proprio per QUESTO, grazie ancora alliniziativa del Sig. Prefetto Dott. Repucci, domani 25 giugno, si terrà un incontro con i rappresentanti regionali e dell ASP per avere garanzie sui tempi. Alla luce di tutto ciò, il CdA ha dato mandato ai propri legali di verificare se nei comportamenti e nelle dichiarazioni di singoli dipendenti o gruppi sussistono situazioni non consone al codice disciplinare.
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