Cariati: basta rinvangare il passato. Serve buon senso … dal quale ri-partire

Per risalire la china in cui si è precipitati serve davvero altro

Manco dalle colonne di cariatiNet.it da un pò di settimane. Qualche lettore di sicuro mi dirà che non se n’è notata la mancanza. Quindi, anticipando il pensiero, dico che di questo ne ho piena consapevolezza. Tutti tranquilli e sereni.  

Nel frattempo, ho letto molto su Cariati e ci sono passato diverse volte. Purtroppo nulla fa sperare in un cambiamento. Siamo tutti testimoni di un Paese immobile e fantasma, nonostante la bella stagione ormai già avviata. 

Mi fanno riflettere tante amiche e amici operatori che credono ancora molto nel territorio e continuano con forte coraggio a investire in attività di qualità e molto accoglienti. 

A onore del vero sarebbe ora che la politica locale facesse altro. Pianificando e realizzando azioni a supporto dell’economia primaria, quel turismo che resta solo qualcosa sulla carta.

Un ben vedere del quale noi ce la cantiamo e noi ce la suoniamo, mentre il cerchio dei villeggianti si restringe sempre più. A chi scrive tutto questo indigna e fa tanta rabbia. Non è possibile “tirare a campare”, continuando a rinvangare il passato.

Basta con i tempi andati. Non se ne può più. Le autorità e istituzioni competenti faranno ciò che ci starà da fare. Si pensi allora a Cariati. Con idee, proposte e operando nella direzione della sua valorizzazione e promozione. 

Si è stanchi di battaglie che ancora rinvengono cose di un tempo andato. Ciò non so proprio a cosa porti e a chi soddisfi. Desideriamo fatti e non più chiacchiere. Una programmazione a medio lungo termine. 

In più, creando un vero clima di comunità e non di false illusioni. Qualcosa che aggreghi Cariati, più che continuare a frammentarla. Serve più responsabilità nei confronti dei cariatesi. Ora basta con quello che c’è stato. 

Non credo per niente che il futuro di Cariati si costruisca a “botte” di comunicati stampa e sentenze. Una lotta che esclude e non include. Nella quale ciascuno dei protagonisti si sente depositario della verità e della legalità.

Ciascuno si esprime in termini ultimativi, chiedendo una resa o la cancellazione degli altri. Quando un Paese arriva a questo punto chi rischia di più è proprio la comunità. Per risalire la china in cui si è precipitati serve davvero altro. 

Nicola Campoli

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