“Ora della Calabria”, uno scandalo continentale. Necessario intervenire per la libertà di stampa.

Quanto sta accadendo ad una delle principali testate giornalistiche regionali è raccapricciante e merita l’urgente attenzione delle istituzioni nazionali ed europee. In Calabria è possibile chiudere un giornale, oscurare un sito e cancellare un archivio giornalistico senza alcun preavviso e senza che nessuno possa prendere alcuna contromisura: questo è quanto accaduto a “l’Ora della Calabria” nelle ultime settimane. La giustificazione di un tale atto gravissimo sembra essere la situazione debitoria dell’editore del giornale, Citrigno, eppure nessuno può fare a meno di notare come l’improvvisa precipitazione di tale situazione sia avvenuta, guarda caso, proprio a poche settimane dallo scandaloso tentato oscuramento della notizia sui guai giudiziari del figlio del senatore Gentile, vicenda che ha spostato tristemente i riflettori dell’intera nazione sulla nostra regione e sullo squallido sistema di potere che l’avvinghia. Una vicenda affatto nebbiosa, per quanto molti continuino ad ignorarla, in quanto è costata il posto di sottosegretario del governo Renzi al senatore Gentile. All’epoca, per quanto rivelato dallo stesso quotidiano regionale, ad effettuare le pressioni affinché il giornale non uscisse nelle edicole fu proprio il principale creditore dell’editore, cioè lo stesso che oggi ha chiesto ed ottenuto lo stop alle pubblicazioni e l’oscuramento del sito, lo stesso che potrebbe rilevare la testata. La vicenda finanziaria che starebbe colpendo Citrigno riveste a nostro avviso un’importanza del tutto marginale in questa vicenda. Quanto sta accadendo è un ridimensionamento punitivo nei confronti della redazione, una ristrutturazione forzata della testata e la sua probabile cancellazione, magari preliminare alla nascita di nuove e più malleabili strutture. In poche parole un gigantesco e grottesco bavaglio. Non crediamo che l’“Ora” sia migliore o peggiore degli altri giornali, della “Gazzetta del Sud” o del “Quotidiano della Calabria” tanto per fare due autorevolissimi esempi regionali, né ci interessano troppo le vicende finanziarie dell’editore, ma ci schieriamo apertamente per la libertà di stampa, libertà che in questo caso riteniamo sia stata palesemente violata e si stia violando ancor ora. La Calabria ha un disperato bisogno di pluralità dell’informazione ed, anzi, ha bisogno di spingere sempre più redazioni e testate verso inchieste e approfondimenti coraggiosi, verso la dissacrazione di argomenti ancor oggi delicati come, per esempio, le attività di ‘ndrangheta, la corruzione, il voto di scambio, la speculazione edilizia ed ambientale. La chiusura, dalla sera alla mattina, di un giornale e di un sito di informazione, l’accantonamento di fatto di un’intera testata, potrebbe rappresentare un precedente disarmante, un segnale negativo e devastante che non può passare inosservato e non deve essere permesso. Non un attacco ad un giornale, ma a tutti gli operatori dell’informazione, tutti direttamente o indirettamente colpiti da una vicenda come questa. Manifestiamo, per queste ragioni, piena solidarietà all’intera classe giornalistica. Chiediamo a tutte le istituzioni competenti di intervenire, come è nostro intento, non a salvaguardia di un giornale ma della libertà di stampa e di informazione.

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