
Nascosto tra le meraviglie, all’interno della costa ionica, il Comune di Campana si distingue non solo per la sua ricca storia e le sue tradizioni secolari, ma anche per una produzione davvero speciale: il miele “Melata”. Questo prelibato nettare, unico nel suo genere, trova nella zona di Campana un habitat ideale, rendendo il territorio un punto di riferimento per gli amanti del miele e della biodiversità.
A parlarci di questo dolce oro nero è Vincenzo Lettieri, un giovane e appassionato apicoltore di Scala Coeli, che ha dedicato la sua vita alla produzione di miele di altissima qualità. Vincenzo, che dalle sue api ha ereditato la loro operosità, oggi vive a Cariati ed oltre alla “Melata” produce miele dai fiori del tarassaco a quelli del mandarino, arancio, sulla e asfodelo (quest’ultimo fiorisce in primavera producendo da marzo a maggio molti fiori raccolti in un infiorescenza racemosa; generalmente i fiori sono bianchi con striature rosse, oppure gialli che attirano insetti impollinatori tra cui le api che consentono di ottenere il miele di asfodelo, prodotto delicato tipico della Sardegna). Il “ragazzo che sussurra alle api”, racconta con entusiasmo la bellezza e l’importanza del suo lavoro. “Le api sono esseri straordinari, indispensabili per l’ecosistema e per il nostro pianeta”, afferma con convinzione.
Poco conosciuto e forse troppo poco valorizzato, il miele “Melata” si differenzia da tutti gli altri mieli perché non proviene dal nettare dei fiori, ma da una sostanza dolce e appiccicosa prodotta da alcuni insetti, tra cui la Metcalfa pruinosa, che si nutre della linfa delle piante e rilascia questa preziosa sostanza sulle foglie e sulla corteccia di alberi come abete rosso, pino, tiglio e quercia.
Introdotta accidentalmente in Veneto negli anni ’80, la Metcalfa pruinosa si è diffusa rapidamente in tutta Italia, arrivando anche in Svizzera, Francia e Croazia. Grazie a questo piccolo insetto, oggi possiamo gustare un miele dal colore scuro e dalla consistenza densa, apprezzato per il suo sapore corposo e le sue straordinarie proprietà.
La “Melata” non è solo un piacere per il palato, ma un vero e proprio toccasana per il corpo. Ricca di sali minerali come ferro, fosforo, magnesio e potassio, è considerata un miele curativo grazie alle sue proprietà antibiotiche. Studi scientifici hanno confermato la sua efficacia antibatterica, perfino contro lo stafilococco, noto per la sua resistenza agli antibiotici.
Adatta anche a regimi alimentari particolari, come quelli vegani e vegetariani, la “Melata” è un ottimo dolcificante naturale con un indice glicemico inferiore rispetto allo zucchero raffinato. Inoltre, grazie alla presenza di polifenoli, è un efficace ricostituente naturale e viene spesso chiamata “il miele dello sportivo” per la sua capacità di reintegrare i sali minerali, soprattutto in situazioni di disidratazione o sforzi fisici intensi.
Le sue proprietà antisettiche la rendono anche un rimedio naturale contro tosse e bronchiti, offrendo un aiuto prezioso durante i mesi invernali.
“Campana è un luogo unico, ricco di storia e tradizioni, ma anche di risorse naturali incredibili”, afferma Vincenzo Lettieri. “Qui io e tanti altri apicoltori del posto produciamo la “Melata”, uno dei mieli più prelibati, frutto di un lavoro che valorizza la biodiversità e che merita di essere tutelato. La “Melata” di Campana, principalmente di quercia, nasce grazie a insetti come la Metcalfa, le cocciniglie ed altri afidi, che per nutrirsi della linfa delle piante perforano le parti tenere dei rami, rilasciando una sostanza zuccherina di cui le api vanno ghiotte. Durante la stagione di raccolta -prosegue Enzo (così lo chiamano tutti!) – le bottinatrici riempiono i telaini del nido quasi completamente, riducendo lo spazio per la regina, mentre i melari, destinati alla produzione di miele, vengono riempiti lentamente e in modo costante. Questo miele, dal sapore dolce e dall’aspetto “ambrato”, è ricco di glucosio, sali minerali e oligoelementi, rendendolo un potente antibatterico ed energizzante. Con il cambiamento climatico e gli incendi, la produzione della Melata rischia di essere compromessa, rendendo ancora più urgente la necessità di proteggere questo patrimonio naturale.”
Infine, con un tocco ironico, Vincenzo conclude: “La Melata non teme l’Autonomia Differenziata, perché lei, anche con poca autonomia, fa la differenza!”
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