di Enrico Iemboli
Le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale suscitano quasi sempre entusiasmo, fra poco più di due mesi, l’8 e il 9 giugno prossimo, a Corigliano Rossano si voterà per eleggere il sindaco ed il consiglio comunale e non mi pare che nella città ci sia l’interesse e l’entusiasmo che nel passato i cittadini hanno avuto verso questo appuntamento elettorale.
Molto probabilmente sono disillusi e non si aspettano nulla dai candidati, hanno smesso di sperare e di sognare, non credono più nella politica e nei partiti che non svolgono più il ruolo di mediatori delle istanze della società. La delusione crescente negli anni è diventata una costante della quotidianità e l’attuale momento storico non offre spunti di cambiamento, la rassegnazione è diventata compagna di vita ed ha spento in molti l’ambizione di esserci e di fare.
Una realtà amara che ha portato al disinteresse diffuso e che lascia il destino nelle mani di pochi e dei quali non si conoscono i veri obiettivi né i loro progetti per la collettività.
Le persone capaci e di “buona volontà” hanno abdicato per inerzia e rassegnazione al loro dovere civico anche perché sono tenute lontano dal palcoscenico per non disturbare il “guidatore”.
Da anni che domina il personalismo arrogante e senza ideali, di soggetti ambiziosi che hanno approfittato di tali situazioni, facendo sentire colpevoli di “omertà” e di “omissione” tutti coloro che hanno rinunciato a mettersi in gioco per il bene comune.
Una ferita per la democrazia partecipativa ed una situazione infelice sul piano umano.
Sin dai tempi dell’antica Roma il concetto di ambizione è nato e si è affermato con una connotazione negativa e percepita come “poco etica”. Ovviamente ciò accade quando alla base dell’ambizione non c’è una visione progettuale o non si può raggiungere ciò che non si può vedere. Non avendo la capacità di visualizzare il futuro, nel caso della politica, non si può raggiungere ciò che non si può vedere e si va avanti adattandosi a ciò che il caso proporrà.
E’ ciò che si verifica nel Paese ed anche a Corigliano Rossano, in una città dove l’amministrare alla giornata è prevalsa sulla programmazione delle grandi idee di sviluppo.
Ad oggi, per le prossime elezioni comunali due schieramenti sono pronti a sfidarsi ed affidano le strategie ai personaggi “forti” del momento.
Da una parte il sindaco uscente che ha polarizzato su di se un’area politica che vede in lui una via da percorrere, dall’altra la consigliera regionale che è stata indicata all’interno della sua coalizione quale possibile vincitrice.
Il tutto sta avvenendo sotto gli occhi appannati e rassegnati dei cittadini che non intravedendo un progetto di futuro e finiranno per andare a votare per simpatia o quel che è peggio da “tifosi” ma senza convinzione.
Il merito di questo degrado istituzionale e sociale è della politica fallimentare che in questi anni non ha saputo costruire nulla, ma anche della società civile che ha rinunciato ad essere testimonianza e protagonista nel controllo della cosa pubblica.
Il tempo per le elezioni è vicino e siamo quasi al capolinea di questo appuntamento elettorale che vede i “capi” impegnati alla formazione delle liste del loro schieramento, nel mentre, si aspetta “Godot” che dovrebbe irrompere sulla scena per regalare al pubblico un terzo schieramento che molti cittadini si augurano di trovare nello scenario della campagna elettorale.
Lo spettacolo vedrà anche la partecipazione straordinaria dei leader dei partiti, per la verità inutili alla causa ed assenti da tempo dal territorio e dai problemi, che, da attori consumati, sfileranno in passarella per fare i selfie con gli illusi dell’immagine, per elargire sorrisi e ed essere applauditi.
E dopo?
Come dopo ogni festa, la realtà subentrerà alla illusione e tutto riprenderà come prima.
Senza rammarico, senza rimpianti.
Sempre più soli, sempre più abbandonati.
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