successo alla fiera torinese del libro per la scrittrice cariatese Sorpiniti

CARIATI – Presso lo stand della regione Calabria allestito alla Fiera del Libro di Torino, ampio successo ha riscosso la presentazione di “Sette storie sulla scala di seta”, della scrittrice cariatese Assunta Scorpiniti, l’inchiostro indelebile della nostra identità Assieme a numerosi ospiti, editori e giovani scrittori calabresi, hanno partecipato anche Fulvio Mazza, giornalista e direttore di “Botteghe Editoriali”, e lo scrittore don Piero Pontieri. È ovviamente fiera l’amministrazione civica che rivolge all’illustre concittadina le proprie felicitazioni ed i rinnovati complimenti “per l’impegno culturale di qualità; per il contributo alla scoperta ed alla comunicazione della memoria condivisa cariatese e meridionale; per i continui successi ed apprezzamenti prestigiosi che giungono al suo indirizzo e che, attraverso le sue ricerche ed i suoi scritti, coinvolgono la stessa immagine, la storia la memoria e l’identità di Cariati in Italia e nel mondo”. Il libro “Sette storie sulla scala di seta”, edito da “Editoriale progetto 2000” di Demetrio Guzzardi, è perfettamente in tema con la Fiera che ha voluto celebrare la “memoria svelata”. E la Scorpiniti riesce egregiamente, da tempo, a palesare reminiscenze e tracce che conducono, come su una scala di seta, alla comune radice del ricordo. “Il recupero della memoria – spiega l’autrice – serve oggi soprattutto come stimolo forte all’acquisizione di maggiore coscienza nelle nuove generazioni. Il paradosso dell’era dell’informazione globale è proprio l’incombenza quotidiana, su ognuno, di interrogativi, spesso e purtroppo senza facile risposta, su chi siamo. Riappropriarsi della propria identità, storica e antropologica, anche attraverso la scrittura, serve a consolidare, in ultima analisi, anche la nostra coscienza civile”. Sette storie di un mondo al femminile, ove le protagoniste simboleggiano la “fatica” della salita: un’insegnante che, con la sua lunga vita, ha attraversato la storia di un secolo; un’antica donna del mare, che ha svolto il mestiere di pescatrice; una suora missionaria in un’opera di promozione della donna, nella lontana Africa; una maestra di ago e filo che ha portato nel suo paese il glamour di stilisti famosi; una levatrice condotta venuta dal nord che accoglieva la nuova vita con un sorriso; la pioniera delle donne calabresi nel cuore dell’Europa e il suo impegno per l’integrazione dei connazionali in terra straniera; una bambina che, con la curiosità dello sguardo, segue il percorso migratorio della sua famiglia. Il titolo ricorda un’opera lirica di Rossini, appunto “La sala di seta”, che la Scorpiniti prende in prestito. Ma mentre nella farsa rossiniana la protagonista Giulia accoglie ogni notte nella sua camera lo sposo calandogli una scala di seta dal balcone, la scrittrice sembra porgere l’ideale appiglio a tutte le donne coraggiose che hanno fatto la “memoria” con le loro piccolo storie quotidiane.

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