TURISMO, PUNTIAMO SUI CENTRI STORICI

TURISMO, PUNTIAMO SUI CENTRI STORICI PER LA CALABRIA È OBBLIGATORIO E STRATEGICO SMURRA (CONFINDUSTRIA) COMMENTA DATI ISTAT TURISMO Cosenza, Giovedì 20 Maggio 2010 – Se, da un lato, siamo confortati dal fatto che il “Bel Paese” (soprattutto le tradizionali “Città d’arte”) continua ad attrarre, dall’altra emerge in tutta la sua rilevanza, anche economica, la necessità di investire, in modo sinergico e con maggiore consapevolezza, sui patrimoni nascosti e custoditi nei tanti piccoli e grandi “centri minori” dell’Italia. Questa necessità, al Sud, in Calabria, diventa obbligatoria e strategica. E’ quanto dichiara Stanislao SMURRA, responsabile marketing della Simet Spa e componente del Comitato Rapporti Internazionali e YES dei Giovani Imprenditori di Confindustria, commentando i dati ISTAT sull’incremento delle presenze turistiche a Pasqua diffusi stamani. I numeri – dice SMURRA – dicono chiaramente che dal 2 all’11 Aprile gli alberghi italiani hanno registrato, rispetto al periodo pasquale 2009, un aumento del 10,5% degli arrivi e del 6,3% delle giornate di presenza. Tra gli stranieri, i tedeschi, economicamente più in forma, la fanno da padrona, con il 59,2% delle presenze registrate dagli albergatori. E tra gli italiani, che rinunciano a tante cose tranne che al viaggio, il 17,5% proveniva dalla stessa regione in cui è situato l’albergo (contro un 35,6% proveniente da regioni limitrofe ed il restante 46,9% da altre regioni). Complessivamente – fa sapere l’ISTAT – la crescita delle presenze nell’Italia meridionale ed insulare, pari al 2,2% è il risultato di un incremento del 5,3% della componente italiana e di una diminuzione del 2,8% di quella estera. Mentre la durata media di permanenza è stata di 2,44% giornate, con una lievissima diminuzione rispetto al 2009. Infine, il 56,4% ha preferito le località turistiche di tipo stagionale mentre il 43,6% delle presenze è stato registrato nelle città d’arte. Si tratta – continua SMURRA – di dati sui quali continuare a riflettere da una parte, ma necessariamente per agire, dall’altra. E tra le prime considerazioni da fare (ma ve ne sarebbero altre), soprattutto qui noi al Sud lo ripeto, vi è quella dell’investimento, ad ogni livello, sul turismo di prossimità e sulla riqualificazione e rivitalizzazione del patrimonio identitario (enogastronomico in primis), molto spesso custodito nel cuore dei nostri inimitabili centri storici. Sono scrigni autentici da rivivere in prima persona e da far visitare all’ospite, emozionandolo attraverso itinerari ad hoc, storici e del gusto, ma non solo. Vi è – conclude SMURRA – una domanda importante in questa direzione alla quale la Calabria nel suo complesso, imprenditori del settore, istituzioni ed associazioni, devono saper guardare con attenzione strategica, senza perdere altro tempo prezioso.

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