STRAFACI REPLICA A TALARICO.doc

CARIATI – “Alla lunga, una verità che ferisce è meglio di una bugia di comodo”, diceva Thomas Mann. Un precetto che sembra non avere diritto di cittadinanza a Cariati, ove la discussione su presunti debiti ed, in sintesi, sui conti pubblici che non tornano, stanno alimentando un diatriba asperrima destinata a lasciare sul campo della contesa, se non cadaveri, parecchi feriti in prognosi riservata. Ricapitoliamo per i lettori: Da tempo l’assessore civico al bilancio, Domenico Strafaci, riferisce di una situazione debitoria, ereditata dalla passata amministrazione, che supererebbe il milione di Euro. Toccato, risponde di fioretto l’ex collega dello Strafaci, Ettore Talarico, il quale contesta “certe affermazioni errate” e dimostra, “conti alla mano”, che certe esposizioni sono frutto unicamente della politica finanziaria dell’attuale giunta” targata Filippo Giovanni Sero. Replica, più veloce della luce, il responsabile delle finanze comunali (appunto Strafaci) che, perentoriamente, ribadisce: “Noi non accreditiamo nulla a nessuno. Anzi. Siamo stati impegnati, negli ultimi anni, a riscuotere quanto non era stato fatto in precedenza”. Ma resta un dato (“fisiologico”): “Ogni amministrazione riconosce i debiti fuori bilancio delle precedenti gestioni, sicché il prossimo governo locale, qualunque dovesse essere, erediterà dall’attuale, un unico debito fuori bilancio, ch è quello del Cinema Teatro. Lo ribadiamo con assoluta serenità: tutto il resto appartiene a chi c’è stato prima di noi”. E quei quattrini che sembrano non quadrare? “Il milione e 400 mila Euro cui si riferisce Talarico – contesta Strafaci – è relativo alle anticipazioni di cassa che, come è noto, cambiano di giorno in giorno, ora aumentando, ora diminuendo, in base, per esempio, ai trasferimenti ministeriali o alle tasse riscosse”. E sarebbero proprio le mancate entrate ad avere “inguaiato” le casse del comune: “Dalla tassa sul metano che non veniva riscossa dal 2006, all’Iva che non si richiedeva dal 2000; dai parcheggi finanziati con fondi regionali e non ritirati, all’affitto della caserma dei carabinieri. Sono, questi, solo alcuni dei tanti esempi di somme che negli anni non sono stati incassati. Noi non reclamiamo niente da nessuno, perché gli unici debitori rimangono, al momento, i cittadini. Ma lavoriamo anche su questo, continuando a prestare massima attenzione, come non accadeva prima, alle entrate ed alle spese”. Cittadini morosi, dunque, che non onorano i debiti, tanto che lo stesso Strafaci, “per fugare ogni dubbio paventato spesso con poca contezza dei fatti”, fornisce ufficialmente due dati, “certificazioni inoppugnabili e facilmente verificabili da tutti, in primo luogo dai consiglieri di opposizione che, forse, fingono di conoscerli”. Il primo è un “documento dell’area finanziaria dell’ente, consegnato nelle mani dell’allora commissario prefettizio, alla data del 13 settembre 2005, che, a 14 giorni dalla caduta della giunta Arcudi (il sindaco precedente, ndc), certificava un fabbisogno di cassa superiore ai 3 milioni di Euro”. Il secondo datato giugno 2006, e consegnato “questa volta al sindaco da poco insediatosi (Filippo Giovanni Sero), attestava un fabbisogno di cassa di circa 4 milioni di Euro, addirittura aumentato nella fase commissariale rispetto all’ammontare indicato in precedenza”. Insomma, la gente comune si trova dinanzi ad una “grana” difficile da comprendere ed ingarbugliata da un costante balletto di numeri e cifre che ciascuno quantifica a proprio piacimento e secondo le proprie convenienze. Un timido suggerimento: Ma perché certe “carte”, più scottanti della lista di affittopoli, se ci sono, non si rendono pubbliche?

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