SENATORI A VITA E SENATORI PER CASO.

Ci sono parole che, già per il suono che hanno, per il modo in cui le consonanti si scontrano fra di loro, vestono perfettamente certi personaggi. Una di queste parole è l’aggettivo protervo, anzi, protèrvo, con la e aperta. Ne leggo sul mio Devoto-Oli questa definizione: Che ostenta un atteggiamento sfrontato e arrogante.

Questo aggettivo mi è venuto automaticamente alla mente pensando a certi personaggi che la cronaca politica di questi giorni ha messo sotto i riflettori. Prendiamo ad esempio Elisabetta Casellati, Lucio Malan, Erika Stefani, e Vito Crimi. E chi sono, vi chiederete voi? Appunto. Sono dei politici: due senatori già del Popolo delle Libertà e ora di Forza Italia, una della Lega Nord e l’ultimo del Movimento 5 Stelle.

Vi propongo ora altri quattro nomi: Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Claudio Abbado. Facile, vero? Sono una biologa di fama mondiale, nota in particolare per le ricerche fondamentali che ha svolto sulle cellule staminali, un architetto geniale, creatore fra l’altro del famoso Beaubourg di Parigi e dell’Auditorium di Roma, un premio Nobel per la fisica e un direttore d’orchestra che è considerato, se non il più grande, fra i più grandi non solo del nostro tempo, ma dell’intera storia della musica.

In ragione della chiara fama con la quale hanno illustrato non solo il proprio, ma il nome dell’Italia intera in tutto il mondo, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, li ha nominati senatori a vita. Ma i carneadi – pardon – i senatori di cui sopra, membri della Giunta del Senato, non sono d’accordo: «Pur rispettando il capo dello Stato e i quattro nominati» hanno dichiarato Casellati e Malan «dalle carte trasmesse alla Giunta non sono emersi elementi sufficienti ad identificare gli altissimi meriti scientifici della prof. Cattaneo né gli altissimi meriti sociali attribuiti a tutti e quattro. Abbiamo chiesto un rinvio – ha spiegato Casellati – e si sono associati anche la Lega con la senatrice Erika Stefani, e Vito Crimi del Movimento 5 Stelle. Abbiamo, quindi, deciso di tornare a discutere la convalida dei senatori a vita mercoledì prossimo».

Menomale che li rispettano, viene da dire. Come definire, se non protervo, l’atteggiamento di questi quattro signori, dei perfetti sconosciuti non solo all’estero ma anche in patria; portatori di meriti inesistenti, la cui presenza in Senato è dovuta esclusivamente alla loro obbedienza – cieca, totale e assoluta – ai rispettivi leader, che si permettono di mettere in dubbio i meriti di personaggi di uno spessore che loro non possono, nemmeno nei sogni più arditi, sperare di raggiungere?

Mi viene in mente il bellissimo e terribile romanzo di Eric Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, là dove il protagonista mette in evidenza la protervia – appunto – del caporale, nella vita civile una nullità, che gode nell’esercitare il suo ridicolo potere, vessandoli, su soldati che culturalmente e socialmente gli sono infinitamente superiori. Non so a cos’’altro paragonare quei quattro senatori.

E come definire, se non protervo, l’atteggiamento di un quinto senatore, Maurizio Gasparri, che si è permesso di associare l’aggettivo spregevole al nome di Renzo Piano? Renzo Piano che immediatamente, appena ha avuto notizia della nomina, ha destinato gli emolumenti derivanti dalla carica all’ideazione e alla progettazione di iniziative per il Paese, come ad esempio il recupero di scuole e periferie. Claudio Abbado dal canto suo, li ha devoluti alla Scuola di Musica di Fiesole, per l’istituzione di borse di studio.

Quei senatori, che dubitano delle qualifiche dei neo nominati a vita, devono anche avere un rapporto conflittuale con l’informazione. Anche se è comprensibile che presi come sono dalla loro meschina quotidianità di politici di bassa forza non possiedano un grande bagaglio di conoscenze, avrebbero potuto fare – o far fare, se non ne sono capaci – una breve ricerca sulla Rete: avrebbero scoperto che Renzo Piano è anche insignito del Premio Pritzker, della Royal Gold Medal, della Medaglia d’oro AIA e del Premio Erasmo; che Abbado è insignito del Premio Ernst von Siemens, del Premio Wolf per le arti, del premio Athena Giovani e Cultura, e della Miglior interpretazione solista di musica classica con orchestra; ed è fra i mecenati delle orchestre Abreu, in Venezuela, che hanno tolto dalla strada migliaia di giovani facendone dei musicisti. Carlo Rubbia non è “solo” premio Nobel per la Fisica. Ha 28 (avete letto bene: ventotto) lauree honoris causa; è socio onorario nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei, della Pontificia Accademia delle Scienze, della National Academy of Sciences americana, dell’Accademia Russa delle Scienze, della Royal Society e di numerose altre accademie europee e americane (fonte: Wikipedia). Elena Cattaneo nel 2001 ha ricevuto il premio Le Scienze per la Medicina e la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica, all’epoca Carlo Azeglio Ciampi, per i suoi studi sulla Corea di Huntington e sulle cellule staminali. Nel 2005 le è stato assegnato il premio Marisa Bellisario e Chiara D’Onofrio e più tardi il riconoscimento “Grande Ippocrate Ricercatore medico dell’anno 2008” nell’ambito della comunicazione scientifica, istituito da Unamsi e Novartis Farma (Milano). Nel 2012 la Civica Benemerenza di Milano “Ambrogino d’oro” e il premio “Luigi Tartufari” destinato alla Biologia molecolare e genetica. Dal 2000 è membro del Senato dell’Università Statale di Milano. Dal 2002 al 2006 è stata membro della Delegazione Italiana per la Genomica e le Biotecnologia presso la Comunità Europea. Dal 2006 fa parte della European Dana Alliance for the Brain e nel 2007 è stata Vicepresidente del Comitato Nazionale per la Bioetica (si è dimessa nel 2008). Rispettivamente nel 2008, nel 2009 e nel 2012 ha partecipato ai Comitati ISSCR Clinical Translation of Stem Cell Research, Unproven Stem Cell Therapies e Legislative Educational Initiative. Nel 2007 è stata membro del comitato nazionale per la selezione del presidente del CNR. Nell’’estate del 2013 è stata nominata membro dell’EMBO e dell’Accademia dei Lincei (fonte: ancora Wikipedia).

I dubbiosi carneadi, naviganti di piccolo cabotaggio della politica più meschina, avrebbero potuto risolvere facilmente i loro dubbi, se solo avessero voluto o saputo. Quanto a Gasparri, il suo insulto a Renzo Piano non merita nemmeno un commento. Il giudizio finale che si può dare su questa triste vicenda è che in realtà a non meritare il titolo (e le prebende) di senatori non sono certo Elena Cattaneo, Carlo Rubbia, Renzo Piano e Claudio Abbado. Sono piuttosto questi meschini personaggi, la cui protervia è paragonabile soltanto alla loro ignoranza ed a loro servilismo verso i rispettivi capi.

Anzi, non capi: verso i rispettivi padroni.

Giuseppe Riccardo Festa

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