SANITÀ,LA FACCIA TOSTA DI PACENZA

SANITÀ,LA FACCIA TOSTA DI PACENZA CAPUTO: OGGI IMBOCCATA LA STRADA GIUSTA DICHIARAZIONE dell’On. Giuseppe CAPUTO ROSSANO (Cs), Martedì 18 Ottobre 2011 – La “tutela del territorio” che ha in mente Franco PACENZA è esattamente quella che ha prodotto la catastrofe del sistema sanitario regionale e della Sibaritide, negli anni in cui egli prodigava consigli a sindaci e manager, come “esperto di programmazione sanitaria”. – Ho una concezione dell’azione politica ancorata al fare piuttosto che alle parole, ai risultati anziché alle dichiarazioni continue su tutto, alla verifica di soluzioni concrete invece che al presenzialismo mediatico, a tutti i costi; anche quando le ragioni per starsene zitto sarebbero di più. E di motivazioni per preferire un più umile silenzio, di certo ne dovrebbe avere tantissime l’ex consigliere PACENZA al cui nome, insieme a quello di altri suoi compagni di partito e di coalizione regionale, è legato l’affossamento definitivo e documentato del sistema sanitario territoriale e calabrese negli ultimi anni. Ci vuole indubbiamente una faccia tosta professionale per presentarsi, ancora una volta, indossando i panni del riformatore e dell’accusatore, dopo esser stato sonoramente bocciato dagli elettori ed espulso dalla dialettica politica della Sibaritide per ultradecennale incapacità. I danni gravissimi arrecati alla sanità di questa regione, l’ex consigliere del PD deve andarli a cercare in casa propria, nelle scelte sciagurate di una classe politica alla quale non soltanto egli è appartenuto, ma della quale è stato esponente di spicco, oltre che riferimento e suggeritore di sindaci, anch’essi cancellati dalla storia politica territoriale, per altrettanta incapacità. Il dibattito sulla sanità, piaccia o non piaccia, parte da due dati di fatto: la difficilissima situazione attuale e le cause storiche, innegabili, che hanno determinato l’implosione del sistema. Se facessimo finta che, per un trentennio, tutto è andato per il verso giusto e che, oggi, all’improvviso, nonostante il buco finanziario prodottosi nel tempo, fosse ancora possibile bendarsi gli occhi per continuare con scelte senza futuro, non faremmo altro che ingannarci, come fa PACENZA, illudendo e strumentalizzando le popolazioni. Il commissariamento della sanità è la conseguenza di un’epoca, ormai alle spalle, nella quale ospedali, posti letto, reparti e aziende sanitarie erano considerati e trattati, soltanto, come merce di baratto e clientela, con As militarizzate e trasformate in segreterie politiche personali e con partiti-azienda. Degenerazioni, tristemente note, che PACENZA dovrebbe conoscere abbastanza bene! Se non partiamo, tutti, da questa premessa, storica e di metodo, non andiamo da nessuna parte. Se, oggi, non c’è in Calabria un assessore regionale alla sanità, non è per volontà o responsabilità di SCOPELLITI. Se, oggi, non vi sono più margini di manovra per ipotizzare vie diverse da quelle contenute nel Piano di rientro, non è perché c’è una chiusura verso le richieste dei territori. Se, oggi, si deve e si sta procedendo verso la riconversione dei presidi, per costruire una offerta sanitaria migliore, non è per misteriosi interessi. La sanità in Calabria è arrivata al suo capolinea: è questa la verità. Perché si è sperperato per decenni, senza pensare né al diritto alla salute, né al miglioramento del servizio né alla tutela del territorio che oggi lamenta PACENZA. Sono aumentati rendite e privilegi, si sono moltiplicati i centri di potere e le sacche di inefficienza. Quello di oggi è purtroppo il prezzo di tanti anni di indifferenza rispetto al collasso che si stava determinando; un silenzio irresponsabile, soprattutto da parte di quanti, ieri, non avevano nulla da rimproverare, al malgoverno di LOIERO, mentre oggi pensano di strumentalizzare l’impegno, le soluzioni difficili e l’applicazione coraggiosa, da parte del centro destra regionale, di quello stesso Piano, preparato dal centro sinistra, ma da questo bloccato per ignavia. Perché non diceva nulla, ieri, PACENZA quando le Asl venivano accorpate in una unica a Cosenza, o quando veniva bloccato il DEA o quando veniva messa in scena la farsa dello “Ospedale Unico”, poi riconosciuto come “Ospedale nuovo”? Il silenzio sarebbe più dignitoso, per quanti hanno responsabilità enormi per lo stato comatoso nel quale è stata ridotta la sanità. Per quel che ci riguarda, nel cogliere l’occasione per confermare la speditezza con la quale, oggi, sta procedendo l’iter per il nuovo Ospedale della Sibaritide, continueremo nel nostro impegno, sulle cose, convinti della complessità della situazione attuale ma anche nella consapevolezza di aver finalmente imboccato la strada giusta.

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