Salvini, magister vitae.

Meno male che c’è lui, che ha capito tutto: è un complotto. L’ha detto, testualmente, ad Orbassano, nei dintorni di Torino: «C’è un progetto per togliere la voglia di fare figli ai ragazzi italiani. Nessuno me lo toglie dalla testa, qualcuno che dice “ve li mandiamo già di venti anni’ sui barconi, così non dovete neanche cambiare i pannolini”». Parola di Matteo Salvini.

Non ci aveva pensato nessuno, prima di lui. Eppure era così evidente! Le guerre, le carestie, le siccità, i governi corrotti che imperversano in Africa, Medio Oriente ed Asia, fanno parte di una strategia, elaborata da qualcuno, che ha lo scopo di non far fare figli a Gianluigi Brambilla e Nicoletta Brambilla nata Perticarari, oggi sposi a Casalpusterlengo.

Che menti perfide e sottili! Ma chi sarà questo qualcuno che ha elaborato un sì machiavellico progetto? Salvini non lo dice, e ci lascia nel dubbio e nell’angoscia, a strologare e arzigogolare: La Massoneria? O George Soros? O magari i Rosacroce? O più banalmente la solita sinistra buonista e piagnona che-non-gl’importa-niente-degli-italianie-si-preoccupa-solo-dei-clandestini-che-vengono a-rubarci-il-lavoro-a-noi e, ora lo sappiamo, anche a mettere nelle culle i loro figli al posto dei nostri? Vattelappesca.

Eppure, dicono le statistiche, questo progetto, disvelato a Orbassano da Salvini, è da un pezzo che viene portato avanti dai suoi ghignanti organizzatori: i lombi degli italici amatori, un tempo iperattivi, da decenni ormai si sono placati; le italiche donne preferiscono mantenere i propri ventri lisci e piatti e solo tardi, e con parsimonia, si lasciano ingravidare dai loro impigriti compagni. Si sprecano le primipare attempate che, fatto un figlio, decidono di fermarsi là. Col Giappone, l’Italia è il Paese più vecchio del mondo, e la cosa è cominciata nei remoti anni ’80 del secolo scorso. Che astuzia, che malizia, che lungimiranza, negli occulti organizzatori dell’italica sterilità! Mutazioni sociali? Cambiamenti epocali? Uso degli anticoncezionali? Macché: è un complotto per isterilire gli italici testicoli e le italiche ovaie.

Menomale che c’è Salvini, che ha scoperto l’arcano: ora vedrete, grazie alla sua ferma azione contro le ONG (ah, ecco di chi è la colpa!), gli italiani ricominceranno a fare figli, non più demotivati dalle ondate di minori non accompagnati che quei furboni ci mandano per sostituire coi figli dei negri i nostri pallidi pargoli.

Salvini, come ad Orbassano è parso evidente, è il salvatore della Patria, è la luce del futuro, l’ideatore della strategia politica vincente per il nostro acciaccato Paese.

E non basta: è anche il geniale elaboratore di una nuova filosofia della storia. Infatti, sempre ad Orbassano, commentando le polemiche sull’ipotesi (poi abortita) di intitolare a Giorgio Almirante una strada di Roma, ha affermato: «A Roma c’è via Togliatti, la storia non si processa ma si ricorda. Non vedo dove sia il problema».

Quale sublime intuizione! La storia non si processa ma si ricorda! Non più maestra di vita, dunque, ma semplice agenda, la storia da ora in poi potrà fornirci una ricca messe di nuovi dedicatari per le nostre vie, stufe dei soliti Garibaldi, Cavour, Verdi, Rossini, Matteotti, Mazzini, Eroi della Resistenza, Vittime delle Foibe, Caduti di Nassiriya e via di seguito. Da ora in poi, per ricordarci la storia, innalzeremo targhe dedicate a Benito Mussolini, Josip Stalin, Hermann Goering, Tomas de Torquemada, Josef Mengele, Heinrich Himmler, Vladimir Ulianov Lenin e perché no, per ricordarlo come si deve, ribattezzeremo “Viale Adolf Hitler” ogni “Viale della Libertà”.

Ho solo un dubbio: per ricordarla, la storia, bisogna prima averla studiata. E capìta, anche. Il mio dubbio non è se Salvini la storia l’abbia studiata visto che, a quanto pare, ha frequentato un liceo classico.

È sull’eventualità che l’abbia capita che, mi perdoneranno sia lui che i suoi fan, nutro un  ostinato, caparbio e secondo me fondatissimo dubbio.

Giuseppe Riccardo Festa

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