PIETRAPAOLA. Evento in memoria di Bruno da Longobucco.

Il prossimo 10 agosto si terrà a Pietrapaola Centro un evento, a cui tutti i lettori sono invitati,  in memoria del grande chirurgo Bruno da Longobucco (B.d.L.).  L’evento fortemente voluto dall’Associazione Ricchizza, e dal suo presidente Vincenzo De Vincenti,   con il plauso dell’attuale sindaco di Longobucco e dei suoi predecessori, della sindaca di Pietrapaola, e con la partecipazione di relatori di livello, si pone lo scopo di far conoscere al pubblico,  che probabilmente  ne sa poco o niente,    il ruolo importante esercitato da questo grande calabrese  nella valorizzazione e diffusione della pratica chirurgica nel Medioevo e non solo.

Chi era dunque Bruno da Longobucco?  A Longobucco esiste una statua in bronzo, posta nella piazza Principale del Paese e un busto della sua figura si trova all’interno degli edifici dell’Università di Padova che ne ricorda il ruolo e la grandezza.

E’ certo che Bruno nacque a Longobucco,  perché ce lo ricorda lui stesso nei suoi scritti: dubbi esistono sull’anno preciso in cui nacque, probabilmente agli inizi del 1200.  Come succede spesso quando si ha a che fare con personaggi illustri, molti sono stati i tentavi, ovviamente interessati,  intesi  a indicare un altro luogo di nascita. Per esempio alcuni  studiosi hanno pensato che B.d.L. fosse nato in Lombardia, altri  che fosse di origine fiorentina,  altri ancora si sarebbero avventati sulla “preda”,  se non fosse  che fu  Bruno stesso nella sua opera più importante  Chirurgia Magna a scrivere di essere di origini calabresi essendo nato a Longobucco:  ”Brunus gente Calabrica patria Longoburgensis”.

Come fece Bruno, nato in un piccolo borgo  medioevale, povero, e isolato, come molti centri della Calabria e del Meridione, a diventare uno dei più importanti, forse il più importante chirurgo del Duecento? Coltivando con costanza e abnegazione lo studio e la dedizione alla professione, la pratica e la grammatica, che non possono mancare in nessun uomo che pretenda di raggiungere certe vette, anche se, e soprattutto se dotato di genio.

Nato da famiglia agiata,  con i genitori proprietari  o amministratori delle miniere d’argento del borgo Longoburgensis,  è probabile che abbia condotto i suoi studi iniziali a Rossano, centro fiorente della Calabria settentrionale dove scienza  e commerci erano assai sviluppati nell’epoca dell’imperatore Stupor Mundi.  La conoscenza dei classici greci e latini, e il successivo approfondimento degli autori arabi a Bologna gli consentirono di conoscere a fondo i principi della chirurgia dei classici e lo misero in condizioni di proporre soluzione avanzate per problemi chirurgici affrontati per secoli in modo pedissequo, spesso inefficace.

Dunque a Bologna B.d.L. divenne allievo del chirurgo Ugo de’ Borgonzoni, superando in breve tempo il maestro grazie alla cultura accumulata in anni di studi,  tale da renderlo maestro di penna prima che di “bisturi”. La conoscenza dei classi arabi, e delle tecniche chirurgiche in esse propugnate lo spinsero ad approfondire gli studi e la professione a  Padova dove si trasferì qualche anno dopo l’esperienza bolognese e dove divenne uno dei fondatori dell’Università  patavina.

A Bruno e altri pochi chirurghi, oltre che al nuovo clima culturale, va il merito di aver “strappato” la pratica della chirurgia a “praticoni” e barbieri”, che la praticavano con metodi rozzi e antiquati oltre, come è facile immaginare, che  poco rispettosi della disinfezione e dell’asepsi, e di aver nobilitato quest’arte rendendola patrimonio di gente colta e preparata.

A Padova, in un ambiente adeguato alle sue esigenze di studioso, moderno e assai stimolante  Bruno poté concentrarsi sulla sua professione praticando ed insegnando chirurgia. Non solo: egli nel corso dei proficui anni della sua attività scrisse due opere di grande importanza, che per decenni, forse per secoli,  furono utilizzate come manuali dagli studenti: Chirurgia Magna e Chirurgia Parva.  L’importanza delle sue opere,  della prima in particolare, composta da due volumi ognuno dei quali di  20 capitoli, consiste nel fatto che la materia chirurgica viene affrontata in modo sistematico e completo,  con particolare riferimento nel primo volume ai metodi di trattamento dei traumi, delle fratture e delle lussazioni, mentre nel secondo volume vengono trattate in modo innovativo le tecniche chirurgiche necessarie al trattamento delle patologie che richiedono il trattamento invasivo.  La completezza e la sistematicità degli argomenti trattati,  la proposta di soluzioni innovative nel trattamento delle fistole, il superamento del metodo proposto da Galeno nel trattamento delle ferite,    e persino la proposta di un complesso quanto interessante metodo per il trattamento della cataratta.

Si tratta   di tecniche chirurgiche nuove che vanno ovviamente calate nel  periodo storico nel quale vennero proposte, ma non prive di metodo e razionalità. Tanto è vero che la Chirurgia Magna riscosse un grande successo tra studenti e maestri. Scritta in latino, venne tradotta in più lingue: in italiano,   in francese, in spagnolo, in tedesco e  in ebraico,  in un periodo in cui i caratteri mobili  di Gutenberg erano al di là dei sogni  più futuribili, e bisognava ricopiare i testi per potervi studiare. Non per nulla  il  medico  Guy de Chauliac,  il più grande    del trecento, considerava B.d.L.  forse il più capace chirurgo del duecento.

Se molto si sa riguardo alla sua intensa e fruttuosa attività, se tanta è la considerazione da parte dell’Università di Padova nei suoi confronti, assai poco è dato sapere della sua vita privata, della sua famiglia, della data della sua morte che sarebbe avvenuta in tarda età, nel 1286. Cionondimeno   noi tutti  siamo ammirati per quanto   egli   ha  realizzato,    per la sua opera di grande chirurgo ed eccelso maestro,  e riempie noi conterranei, di Longobucco e dintorni, di  tanto orgoglio    il fatto che   la nostra terra abbia dato    i natali ad un grande e rivoluzionario personaggio.

Angelo Mingrone.

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