COMUNICATO DI ENRICO IEMBOLI
Avere ambizione porta l’uomo a trasformare i desideri in realtà.
Si può essere ambiziosi per sé stessi ma si può essere ambiziosi per qualcosa al servizio degli altri.
È a questo tipo di ambizione che desidero rivolgere l’attenzione, specialmente dopo la “fusione” della città Corigliano-Rossano che ha rafforzato il potere politico contrattuale della vasta area di questa fascia jonica nei confronti della Regione e dello stesso Governo e che ha permesso l’elezione di numerosi parlamentari, cosa mai avvenuta prima.
I progetti ed i sogni però viaggiano sulle gambe degli uomini e segnali di risultati degni di rilievo non se ne sono visti. Purtroppo la rappresentanza politica parlamentare ancora una volta ha dimostrato di non esserci ed ha dimostrato irrilevanza rispetto ai problemi che permangono.
In questi giorni il Sindaco di Corigliano-Rossano ha proposto l’elevazione a “Provincia” della vasta area dello Jonio e del Pollino, al fine di creare le condizioni per gestire autonomamente il territorio, perché, pur essendo stata modificata la normativa, dal 2014 l’Ente Provincia ha continuato a conservare l’autonomia statutaria-organizzativa e amministrativa per cui potrebbe essere facile programmare direttamente il rilancio di questa area per la realizzazione di infrastrutture e servizi.
Tale compito la legge lo affida alla politica …. e qui comincia il bello.!!!!
È vero che la proposta per l’istituzione della nuova provincia è stata già condivisa da alcuni Sindaci dei Comuni d’area più popolosi, vedi Castrovillari, Acri, Crosia e Longobucco e molte altre adesioni arriveranno dai comuni limitrofi, quasi tutte con le stesse scontate e ripetute motivazioni.
Nel precedente comunicato (del 5 settembre c.a.) ho definito la proposta di istituzione della nuova provincia una “sfida affascinante” sottolineandone la complessità oltre che la difficoltà ed ho concluso facendo un appello agli “eletti” per conoscere il loro pensiero in merito alla proposta.
È vero che la politica è agonizzante e i soggetti che la interpretano fanno fatica ad assolvere ad una pubblica funzione, ma nel merito non ho sentito la voce di nessuno dei rappresentanti del territorio, forse sono troppo impegnati a Roma a fare interrogazioni parlamentari oppure sono occupati nei salotti dei talk show a rilasciare interviste.
Fin dal 1990 l’istituzione della Provincia Sibari Pollino è stato un obiettivo per il quale mi sono impegnato e sono riuscito a far presentare atti concreti (disegno di legge) depositati presso la I^ Commissione Affari Costituzionali del Senato, oggi però lo scenario legislativo è cambiato per cui è stimolante accettare la sfida ma è anche necessario verificarne le condizioni di fattibilità.
L’ambizione deve avere una visione progettuale che deve però fare i conti con la realtà. Com’è mia abitudine, senza aspettare le adesioni degli altri sindaci in rappresentanza dei loro comuni che dovranno in seguito formalizzare le adesioni con un deliberato dei rispettivi consigli comunali, ho già iniziato a verificare le condizioni di fattibilità per l’istituzione del nuovo Ente.
Dei 155 comuni che appartengono alla attuale provincia di Cosenza, mi auguro di sbagliare, ma prevedo che all’incirca 40-50 al massimo saranno i comuni che daranno l’adesione alla istituzione della nuova provincia dell’area “Pollino-Sibaritide”, bisognerà verificare in seguito i requisiti relativi al numero della popolazione e all’estensione territoriale per come previsto dalla legge n. 56/2014 (legge Delrio) che regola l’istituzione di nuove province, la quale prevede che qualora vengano raggiunti i requisiti, sarà una legge della Repubblica a disporne l’istituzione.
Per questo motivo ho fatto appello ai parlamentari del territorio che dovrebbero in seguito seguire la proposta affinché l’area del nord est della fascia Jonica possa avere l’Ente Amministrativo di Secondo Livello. Nell’ultimo decennio e fino ad oggi i nostri parlamentari si sono contraddistinti per non avere affrontato e risolto nessuno dei problemi che affliggono i cittadini, una omissione della quale non avvertono alcun senso di colpa, anche perché ci penserà il segretario del loro partito a farli eleggere nuovamente e non certo il voto dei cittadini ai quali la legge elettorale non permette di esprimere “preferenze”.
La superficialità con la quale affrontano le grandi questioni che interessano questo territorio sono il sintomo più evidente della mancanza di una cultura istituzionale e di un percorso connotato da effimere logiche di potere e di gelosie che non ha permesso e non permette di fare “squadra” per le battaglie che interessano le problematiche locali.
Se ci sono “che battano un colpo”.
Ne saranno capaci o continueranno ad essere “invisibili” e quindi “inutili”?
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