NO, LA CINA NON E’ VICINA.

“I 100 anni del partito comunista cinese ci svelano come la Cina sia lontana dall’egemonia mondiale”

– Una vulgata fin troppo diffusa vuole la Cina ormai prossima a diventare l’egemone mondiale e quindi destinata addirittura a sostituire gli Stati Uniti.

Nella realtà niente é più lontano dal vero, almeno analizzando i fatti per quello che sono.

In pochi e fondamentali punti, non smentibili poiché fatti e non semplici opinioni, proverò a spiegare le ragioni principali per le quali il gigante cinese, pur in ascesa ormai da alcuni decenni, sia ancora molto lontano dalla supremazia globale. Anzi, se le due  nazioni fossero auto di Formula 1 gli USA attualmente starebbero doppiando la Cina.

1) – La Cina non controlla i mari – E’ così, dati alla mano. La Cina non puo’ nemmeno uscire di casa, in quanto non riesce a controllare neanche il mar cinese, prova ne é il fatto che sono contesi atolli o arcipelaghi quali Paracelso e Spratly. L’oceano indo pacifico, infatti, come del resto tutti gli altri mari e oceani, viene controllato dall’ egemone: gli Stati Uniti. Lo fanno direttamente o attraverso i satelliti in zona. E al di là di narrazioni fallaci la verità é che senza controllare il mare, grazie agli stretti, non si controlla il commercio mondiale. La ragione é banale: oltre il 90% di tutti i beni in commercio nel pianeta viaggia via mare. Non si capisce, dunque, come una potenza che dovrebbe essere vicina alla conquista dell’egemonia planetaria non sia in grado di controllare il suo mare. Praticamente non e’ padrona di uscire da casa. E’ solo una delle numerose prove, forse la piu’ importante, che evidenziano come la Cina sia ancora molto lontana dall’essere egemone. Forse non lo sarà mai.

2) – La “reclame imperiale”, la Cina non la possiede – Da sempre, nel corso della storia, ogni impero, che lo fosse diventato controllando il solo Mediterraneo (l’Impero romano), che lo fosse controllando i mari (l’Impero Britannico ieri e oggi gli USA), non si é mai basato esclusivamente sull’uso della forza, la violenza, le guerre, costrizioni o minacce. Certo, sono state e purtroppo sono ancora la parte più visibile e alla quale gli imperi fanno o hanno fatto ricorso all’occasione, non sempre come extrema ratio. Questo perché al bastone della forza bruta e delle armi ogni impero alterna una carota. Cosa intendo dire con questo ?  Quello che da anni anche noi contemporanei viviamo sulla nostra pelle, ogni giorno: gli imperi utilizzano una narrazione tesa ad attrarre i sottomessi. E’ necessario convincere gli altri, i conquistati che, edulcorando non poco, si chiamano alleati quando sono solo satelliti, quanto sia bello e conveniente stare sotto l’impero. Quasi sempre ricorrono a una narrazione, una sorta di marchio di fabbrica che rappresenta l’impero stesso nel mondo e rende giusto stare con lui per il bene dell’umanità. Gli USA, come noto, hanno la democrazia e la libertà e inoltre, in particolar modo ai paesi UE, offrono veramente anche un po’ di benessere, quel quieto vivere nel quale le popolazioni anziane del continente più importante del globo (l’Europa) si crogiolano volentieri dalla fine della II guerra mondiale. Ecco, questa é la “reclame di un impero”: convincere i tuoi satelliti che stare sotto di te vale la pena, in fin dei conti conviene ed é pure bello. Intendiamoci, talvolta é anche vero e non si tratta unicamente di propaganda. Infatti da noi satelliti europei si vive molto meglio, mediamente, rispetto agli Stati Uniti. Come si viveva meglio in alcune province dell’ impero romano rispetto a Roma, il che fece sorgere il fenomeno dei Gracchi, oggi paragonabile al Trumpismo negli USA. Insomma, per farla breve, gli Stati Uniti hanno la statua della libertà, la Cina no.

3)  – Vicini e territori ostili – Anche per quanto trattato sopra, la totale mancanza di una narrazione in salsa cinese, i vicini della repubblica popolare sono ostili. Qui la metafora cambia, non useremo l’esempio delle auto da corsa, ma quella di un condominio. Se nel vostro palazzo vivono due vicini, entrambi molesti e invadenti, ma uno abita sul vostro pianerottolo, mentre l’altro all’ ultimo piano é ovvio che se doveste scegliere voi quale dei due deve andarsene scegliereste quello vicino e non quello che abita distante. Ecco, la stessa identica cosa accade con due grandi potenze: logico che tutte le nazioni che vivono nei pressi della Cina scelgano gli Stati Uniti come impero col quale schierarsi. Non succede per la narrazione democratica e libertaria di cui sopra, ma per una scelta geografica: tra due imperi é sempre preferibile stare con quello lontano. Non si sa mai. Proprio come con dei vicini maleducati. Il tutto finisce per creare un apparente paradosso storico: oggi persino il Vietnam, con la sua storia, sta dalla parte degli USA e non certo con una Cina che, almeno a parole, si definisce ancora comunista. Stesso andazzo per l’India che adesso sta con gli USA, quando perfino negli anni della guerra fredda scelse l’equidistanza. Tutte prove di come la strategia sia a un livello superiore e diverso rispetto a politologia e ideologia. Oltre ai paesi vicini ci sono anche i territori e sono ostili anch’essi alla repubblica popolare. Basti pensare a Hong Kong e Taiwan. Se capovolgessimo le evidenti ostilità, con un esercizio di fantapolitica, in territorio USA ci troveremo di fronte a New York (Hong Kong) e magari un importante stato che anelano passare con la Cina. Inimmaginabile. Altro che declino dell’ impero americano, fosse vero e non una iperbole. Eppure nella Cina di oggi, effettivamente, Taiwan e Hong Kong vorrebbero eccome staccarsi per passare nella sfera di influenza statunitense. Falle verso le quali Xi Jinping, durante il discorso di inizio luglio per il centenario del partito comunista, ha risposto solo con minacce. Non puo’ far altro al momento.

4) – La repubblica invecchia – Un ulteriore indizio di come la potenza cinese sia ancora molto lontana dal diventare egemone é l’aumento vertiginoso dell’eta’ dei suoi abitanti. Ancora una volta sono i numeri a venirci in aiuto, non le opinioni: nei primi anni ’70, quindi circa mezzo secolo fa, quando c’era ancora Mao, l’eta’ media dei cinesi era di soli 19 anni, oggi quasi quaranta. E’ naturale che un popolo, per quanto numeroso, che invecchia rapidamente difficilmente potrá essere un impero, perche’ per esserlo bisogna essere pronti a fare la guerra. I vecchi non possono farla.

E allora, in conclusione, visti i principali argomenti per i quali la Cina risulta essere ancora lontana dal primato come mai molti osservatori, opinionisti, giornalisti, il cosiddetto uomo della strada e milioni di persone nel mondo la vedono prossima alla conquista della supremazia globale ? Se lasciamo da parte assurde nostalgie vintage di una guerra fredda che non esiste più, col mondo diviso in 2 blocchi, come la questione demografica, ebbene la ragione risiede proprio nella subalternità del mondo agli USA. Chi vive dentro un disegno altrui, infatti, crede contino solo il PIL e l’economia, non potendo fare la storia. Quindi osservando una Cina che finanzia il debito pubblico statunitense ingenuamente ritiene sia quest’ultima a tenere per il collo gli Stati Uniti e non viceversa. Nella realtà chi é egemone non  ripagherá mai il proprio debito pubblico e impone agli altri di finanziarlo. Sì, funziona in questo modo, da sempre. Quindi il fatto che la Cina finanzia, insieme ad altri e soprattutto per non far crollare le rispettive economie, il debito USA é qualcosa che palesa la debolezza cinese, non la sua forza.

Per tutto questo il prossimo secolo non sarà cinese, ma ancora a stelle e strisce.

MARCO TOCCAFONDI BARNI

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