■Antonio Loiacono
Il nostro articolo di ieri sul “movimento” interno ai 5 Stelle ha scatenato una serie di reazioni e fatto da stura a diverse dichiarazioni, tra cui quella dell’europarlamentare Pasquale Tridico. La sua intervista su “Il Fatto Quotidiano” di oggi, riflette chiaramente lo stato di tensione e trasformazione che il M5S sta attraversando, in un momento delicato della sua storia politica.
Pasquale Tridico, capo-delegazione del M5S al Parlamento europeo ed ex presidente dell’INPS, ha cercato di rassicurare i sostenitori del movimento sulla tenuta interna, minimizzando i contrasti tra le figure chiave di Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Tridico ha affermato con convinzione che il M5S è “molto più coeso di come possa talvolta sembrare”, sottolineando che sarà la comunità del Movimento a decidere il futuro durante l’assemblea costituente. Secondo Tridico, dunque, i timori di una frattura irreparabile sono esagerati.
Tuttavia, l’economista non ha nascosto le criticità che stanno emergendo, in particolare riguardo al vincolo dei due mandati, un tema che rischia di trasformarsi in una “lotta per le poltrone”. Tridico ha riconosciuto che questo dibattito potrebbe distrarre l’attenzione dai temi e progetti fondamentali per il M5S, un rischio significativo per un movimento nato con l’obiettivo di cambiare la politica tradizionale.
Interessante è anche la posizione di Tridico sul possibile cambiamento del nome e del simbolo del M5S. Pur sostenendo che il nome debba rimanere invariato, si mostra aperto all’idea di rinnovare il simbolo, sebbene non lo consideri un punto essenziale. Questa posizione suggerisce una certa flessibilità nel voler adattare il movimento ai tempi, senza però perdere di vista la sua identità originaria.
Sul vincolo dei due mandati, Tridico si dice favorevole ad un possibile cambiamento, riconoscendo la maturazione del M5S e l’opportunità di introdurre deroghe per figure di spicco, come Roberto Fico, che potrebbero continuare a dare un contributo significativo al movimento. Questo rappresenta un tentativo di conciliare l’adesione ai principi fondanti del M5S con la necessità di valorizzare l’esperienza acquisita da alcuni dei suoi membri più importanti.
Riguardo alla collocazione politica, Tridico ribadisce la ferma “ancoratura” del M5S al campo progressista, sottolineando il ruolo del movimento nel rappresentare lavoratori, precari e cittadini in difficoltà. Questo posizionamento, ormai consolidato all’interno della comunità del M5S, riflette un allontanamento dalle origini anti-establishment che lo caratterizzavano come “né di destra né di sinistra”.
Infine, sulla proposta dello “Ius Scholae”, Tridico adotta un approccio pragmatico, sostenendo la necessità di trovare un consenso in Parlamento per avanzare su questa questione. La sua posizione mostra un impegno realistico nel perseguire risultati concreti, piuttosto che aderire ad ideali difficilmente realizzabili.
Le argomentazioni di Pasquale Tridico evidenziano un Movimento 5 Stelle in evoluzione, impegnato a bilanciare il cambiamento con la fedeltà ai propri principi. Il futuro del M5S sembra dipendere dalla capacità di affrontare le sfide interne senza perdere di vista la sua missione politica, un compito che Tridico sembra affrontare con ottimismo e realismo.
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