Il 19 luglio del 2015, in piena estate, muore prematuramente Lamberto Lucaccioni di Città di Castello. Un giovane di 16 anni che era in vacanza con alcuni amici a Pinarella di Cervia, Ravenna.
Il ragazzino insieme ai compagni di liceo e all’insaputa dei genitori era andato in discoteca al Cocoricò di Riccione. Si era sentito male dopo aver ingerito – l’autopsia confermerà per la prima volta – il Mdma, la cosiddetta ecstasy liquida che era stata venduta ai ragazzi da un puscher di Città di Castello.
I suoi genitori a distanza di meno di un anno hanno deciso di andare a scuola dai suoi amici di classe. Hanno tenuto una di quelle lezioni che mai si “preparano”. Un’iniziativa spontanea che ha segnato un momento importante per i ragazzi e i genitori di Lamberto.
Donatella e Livio hanno avuto la forza di affrontare quelli che erano i compagni di classe del loro unico figlio. Credo che hanno fatto molto bene a parlare ai ragazzi e ragazze, ancora scioccati per l’accaduto.
Al loro ingresso in aula è calato un silenzio quasi insopportabile. Un macigno che non è stato facile alleggerire e debellare. I ragazzi sono apparsi addolorati e inermi. Quasi fanno ancora fatica a prendere consapevolezza della morte inaspettata e prematura di Lamberto.
Forse, come anche Donatella ha manifestato, il vero limite quella notte di Lamberto è stato non aver misurato i propri limiti. Di aver acconsentito inconsapevolmente di affrontare qualcosa più grande di lui.
Una prova quella di Donatella e Livio che sortirà, ne sono certo, i suoi effetti e che servirà ad alleviare il dolore di tanti che hanno voluto molto bene a Lamberto e che sono rammaricati di non averlo saputo fermare.
Nicola Campoli
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