Il dolore cronico e’ ormai un problema globale: le stime riportano che 1 adulto su 5 soffre di dolore cronico e che per 1 adulto su 10 viene fatta ogni anno una nuova diagnosi. Tutto cio’ si traduce in enormi costi per la societa’ in termini di spese sanitaria, assenze dai posti di lavoro, senza considerare la riduzione della qualita’ della vita dei soggetti affetti. Al momento le terapie farmacologiche disponibili sono palliative dei sintomi, data la ancora purtroppo limitata conoscenza dei meccanismi molecolari alla base di questo disturbo.
Recentemente presso la UCL (University College London) di Londra, utilizzando diversi modelli sperimentali di dolore cronico, la dottoressa Maria Maiaru’, Ricercatrice presso il dipartimento di Cell & Developmental Biology, insieme alla dottoressa Sandrine Geranton, group leader, hanno dimostrato il coinvolgimento della proteina FKBP51 nei meccanismi di dolore cronico, aprendo la strada per lo sviluppo di nuovi strumenti terapeutici.
Questa proteina e’ coinvolta nella regolazione dello stress ed e’ stato dimostrato come mutazioni nel gene FKBP5 nell’uomo siano collegati con un maggior rischio di sviluppare disordini da stress post-traumatico, cosi come depressione e disturbi dell’umore.
I ricercatori della UCL hanno scoperto che topi che non esprimono questa proteina sviluppano una stato di dolore cronico ridotto rispetto ad animali normali, in diversi modelli sperimentali.,
“L’inibizione di FKBP51 ha un potete effetto in animali con dolore cronico” ha dichiarato la dottoressa Maiaru’, “non solo riducendo il dolore in seguito ad un danno, ma soprattutto perche’ migliora la capacita’ di movimento degli animali stessi”
Cio’ che rende tutto molto piu’ eccitante e’ la collaborazione con il Max Planch Institute of Psychiatry di Monaco, dove e’ stato sviluppato un composto chiamato SAFit2 che blocca FKBP51: bloccando la proteina solo a livello del midollo spinale, la dottoressa Maiaru’ ha osservato una sostanziale riduzione del dolore cronico.
“Il composto e’ stato sintetizzato per trattare disturbi mentali, ma noi abbiamo scoperto che ha anche notevoli effetti in diversi modelli di dolore cronico” ha dichiarato la dottoressa Sandrine Geranton .
La dettagliata dimostrazione sperimentale del ruolo di FKBP51 in diversi modelli di dolore cronico e’ stato ritenuto degno di pubblicazione su una delle piu’ prestigiose riviste scientifice, Science Translational Medicine, e rappresenta certamente l’inizio di una nuova era per la ricerca di farmaci innovativi per il trattamento degli stati di dolore cronico.
Maria Maiarù
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