L’EDUCAZIONE CIVICA CHE NON C’E’

Luigi Sturzo affermava:”Se la Costituzione cade dal cuore del popolo… se non entra nella coscienza nazionale, anche attraverso l’insegnamento e l’educazione scolastica, verrà a mancare il terreno sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà»

patrizia funaro int-art 31-7-16L’educazione civica è lo studio delle forme di governo di una cittadinanza, con particolare attenzione al ruolo dei Cittadini, alla gestione e al modo di operare dello Stato.

Fu  Aldo Moro nel 1958 ad introdurre, per la prima volta, nella scuola italiana l’insegnamento della Cittadinanza e della Costituzione”al fine di rendere consapevole la nuova generazione delle raggiunte conquiste morali e sociali che costituiscono ormai sacri retaggio del popolo italiano“.

La materia, senza valutazione, venne affidata ai docenti di storia e articolata su due ore mensili.

Nel corso degli anni, pur mutando denominazione, non riuscì però a trovare “quella adeguata collocazione nel quadro didattico della scuola”, tanto auspicata dal Ministro Moro.

Il mondo scuola soffre, da sempre, di lacune molto gravi che, nonostante l’impegno profuso da molti bravi insegnanti, non riescono ad essere colmate.

Il deficit maggiore è costituito dall’assenza di un percorso formativo idoneo, finalizzato allo studio e alla conoscenza delle regole che governano la società:dal Comune alle Istituzioni Europee. “Cittadini dell’Europa” che  ignorano il funzionamento delle istituzioni locali, nazionali ed internazionali.

La Scuola è luogo privilegiato per imparare a convivere e riconoscere diritti: sede naturale di incontro, dell’osservanza di regole comuni, della nascita consapevole del senso di legalità e giustizia. Demandare alla buona volontà di insegnanti, non adeguatamente formati, l’isegnamento dell’educazione civica , in poche ore al mese, ha costituito un’esperienza fallimentare ed, al contempo, un’occasione persa.

L’occasione di garantire ai giovani studenti una solida preparazione civica che, in un’ottica globale e multiculturale, risulta imprescindibile… Il punto di partenza dovrebbe essere la nostra Costituzione. I Padri costituenti ci hanno consegnato un”carta di diritti e doveri” esaustiva: il trionfo delle libertà, individuli e collettive, il principio della collegialità delle decisioni, un Parlamento espressione di tutte le voci del nostro Paese.

E’ da queste premesse che il giovane cittadino dovrebbe iniziare il suo percorso educativo per poter meglio comprendere  l’evoluzione continua della società contemporanea. La frantumazione di molti ideali, la diffidenza verso la politica ed i partiti, le carenze della famiglia, e  la condizione di difficoltà della scuola, impongono un impegno formativo serio nei confronti delle nuove generazioni che coinvolga, sinergicamente, tutte le istituzioni.

La scuola deve fornire le fondamenta, ma non può essere sola in questo ambizioso progetto: enti locali e regionali, associazioni, famiglia, istituzioni religiose e culturali, dovrebbero supportare tale percorso, fornendo una proposta formativa capace di riempire di senso la dimensione moderna della cittadinanza ed il valore della democrazia partecipativa.

Le cronache ci presentano, quotidianamente, fenomeni di bullismo, di violenza domestica, di intolleranza nei confronti del diverso… Quel diverso che  dovrebbe costituire un valore aggiunto, un momento di confronto e di arricchimento.

I continui flussi migratori ci raccontano di un Paese che non ha più confini, che è chiamato ad accogliere, ad integrare i cittadini del mondo nella nostra cultura, nelle nostre tradizioni, sempre nel rispetto delle  identità di ciascuno. La legge fondamentale della Repubblica Italiana è fondata proprio sul rispetto della dignità umana ed ispirata ai principi di eguaglianza, validi per chiunque si trovi a vivere sul nostro territorio.

Immersa nel mediterraneo, l’Italia è sempre stata crocevia di popoli  e culture diverse e le sue istituzioni, libere e democratiche, hanno sempre garantito un atteggiamento di accoglienza nei confronti delle altre popolazioni.

Ogni persona, sin dal primo momento in cui si trova sul territorio italiano, può esercitare i diritti fondamentali, senza distinzione di sesso, etnia, religione, condizioni sociali e ricevere asilo politico, se, nel proprio Paese, è  impedito l’esercizio delle libertà fondamentali.

Questi sono i valori fondanti della società italiana, scolpiti nella Costituzione democratica, una delle più belle costituzioni d’europa…. Per Roberto Benigni “è la più bella del mondo !!!” ed il suo modo di spiegare e calare nel quotidiano le norme costituzionali riesce sempre ad incuriosire ed emozionare… Probabilmente è proprio cosi che andrebbe illustrato il fondamento della Repubblica democratica, coinvolgendo ed emozionando.

L’educazione civica è spesso stata definita la “non materia” o “la materia chimera” proprio perchè non si è riusciti a trovare la giusta formula o il giusto metodo per raccontarla.

Consapevoli di questo, recentemente, alcuni parlamentari hanno presentato un disegno di legge, in discussione proprio in questi mesi, volto alla reintroduzione della materia nelle scuole italiane attribuendole, questa volta, la dignità di materia vera e propria, con valutazione ed assegnata a docenti  adeguatamente formati.

La cornice europea in cui viviamo suggerisce, altresì, uno studio che, partendo dalla costituzione arrivi all’insegnamento ed alla conoscenza degli organi dell’unione Europea. E l’europa per garantire questo tipo di formazione ha istituito appositi fondi.

L’FSE (fondo sociale europeo 2014-2020) è uno dei cinque fondi strutturali e di investimento europei che, dal 2014, operano all’interno di un quadro comune e perseguono obiettivi politici complementari. Uno degli obiettivi dell’FSE è quello di finanziare in tutta l’Unione Europea iniziative volte a migliorare l’istruzione e ad assicurare che i giovani ottengano competenze in grado di renderli più competitivi sul mercato del lavoro.

Da queste premesse muove il disegno di legge che si propone di introdurre nelle scuole dell’obbligo l’educazione civica, l’educazione alla legalità, i valori della tolleranza e del rispetto, implementando la conoscenza degli studenti non solo delle materie attinenti la cittadinanza e la Costituzione, ma anche quella europea, poichè oggi siamo tutti cittadini europei ed in questa nuova ottica dobbiamo crescere e formarci.

Attesa la tempistica dell’iter parlamentare, sarebbe auspicabile, nelle more,  da parte delle istituzioni locali e regionali e della società civile l’introduzione di percorsi formativi ed attività extrascolastiche in grado di attirare l’interesse e la curiosità dei  nostri ragazzi, coinvolgendoli in progetti che educhino e divertano allo stesso tempo, che portino alla riflessione ed alla conoscenza del mondo istituzionale che li circonda.

Potrebbe essere proprio la nostra comunità a lanciare l’input, estendendo il programma  di formazione ai comuni del circondario e a tutti i giovani studenti interessati ad accrescere il proprio sapere e a completare, con un tocco di innovazione, il proprio bagaglio culturale.

Fondamentale, la presenza di educatori competenti che sappiano “parlare ai giovani” con parole semplici ed efficaci in grado di stimolarli ed appassionarli.

Il nostro è un territorio bistrattato, dalle mille problematiche sempre aperte, con una domanda, sempre alta, di legalità, nonostante” la calma apparente” in cui molti  si crogiolano…

L’unica strada percorribile è rappresentata dalla creazione di una nuova forma mentis, di uno sguardo più ampio, che vada al di là dell’apparenza,di un nuovo modo di agire, improntato al rispetto delle leggi, dell’ambiente, degli spazi comuni, delle istituzioni, dell’altro…..

Questa è la via da seguire se davvero vogliamo fare uno scatto in avanti, diventare Cittadini consapevoli e costruire una nuova classe dirigente onesta, sana e competitiva.

PATRIZIA FUNARO

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