La morte … una banalità?!

Tanto si è già scritto sulla triste vicenda di Senago. Posso dire, ahimè, di aver letto quasi tutto. Certo non me ne faccio un vanto. Anzi. C’è solo una cosa che tuttavia merita, a parere mio, una certa attenzione da parte di tutti noi.

Un tema sul quale consiglio di soffermarsi un attimo e ancora meglio di far riflettere i nostri figli, che si avvicinano alla piena maturità. Vengo subito al dunque. Quello che traggo dall’efferato e feroce delitto e, quindi, in maniera forte é rappresentato dal fatto che anche la morte è diventata qualcosa di terribilmente banale.

La morte in sé e di conseguenza il modo con il quale si uccide rientra ormai in una pratica semplice. Non solo da parte di chi la porta a compimento ai danni di un’altra persona, come se fosse una cosa da niente, ma anche per chi direttamente sottolinea che forse era meglio che anche lui la facesse finita.

Si parla della morte come di un’azione come tante altre che fanno parte del nostro immaginario quotidiano, facendole perdere assolutamente il suo valore sacrale. Mi domando.

Come può far parte della personalità di un individuo nel suo fare quotidiano il solo pensiero di ammazzare un’altra persona? Ma i famosi sensi di colpa dove sono andati a finire? Vi prego facciamo qualcosa! Bisogna farlo peraltro presto per cambiare completamente. Servono delle serie e importanti cure alla nostra società, ormai impazzita del tutto.

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