La Famiglia … che regge di Giulio e Giulia!

Credo che la famiglia, classica ed allargata, continui ad avere un ruolo determinante nella crescita delle nuove generazioni

L’istituto della famiglia, quello che si studia sui libri di diritto privato – personali reminiscenze universitarie – ancora regge nella vita di tutti i giorni, seppure a gran fatica. Mi riferisco all’istituto giuridico classico, ma anche nella società attuale alla famiglia in senso ampio. Credo che la famiglia, classica ed allargata, continui ad avere un ruolo determinante nella crescita delle nuove generazioni, sia quando le cose girano in positivo che in negativo. La famiglia nel senso di entità viva, ancora regge e ci salverà da un mondo difficile e molto complicato. Nel bene e nel male, che però al momento giusto sceglie il bene, si compatta, semina, supplisce a quella carenza di speranze, coraggio, che come Paese, ahimè, abbiamo smarrito.

Faccio due esempi. La famiglia di Giulio Regeni. Che in questi giorni ha vissuto la piccola soddisfazione di un processo che finalmente si terrà. Di un cammino verso la giustizia improvvisamente riaperto e possibile. L’altra, è la famiglia di Giulia Cecchettin. Composta e intangibile. Così consapevole di un futuro che sarà lungo e difficile. Così composti e coraggiosi. Dovremmo imitarli questi comportamenti.

La compostezza dei Regeni, le parole del Papa di Giulia rappresentano un patrimonio inesauribile e utile, necessario e decisivo. La battaglia civile dei genitori di Giulio e le parole del padre di Giulia sono chiare, speculari e fortissime. Se Giulio è drammaticamente morto occupandosi di libertà di un popolo, e se Giulia è stata tragicamente uccisa: è perché voleva essere leale, verso il disagio di un amore negativo.I due giovani, Giulio e Giulia, sono tristemente vicini. Essi lo sono pure per bontà, perché pensavano che fosse giusto comportarsi così, evidentemente avevano respirato in casa un clima di sana e prudente tolleranza, rispetto, compassione, lealtà, cioè il classico buonismo. Adesso è tempo,tuttavia, di non lasciare soli i Regeni come i Cecchettin. Perché parliamo di quella l’Italia migliore che deve per forza vincere.

Nicola Campoli

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