LA DOGANA E LA GUARDIA COSTIERA DI CARIATI NEL PASSATO

Via Sirena – Corpo di Guardia - parte Magazzino di Nicolino Venneri -

di MAURO SANTORO


Antico sigillo a secco Università civica di Cariati - anno 1742 -
Antico sigillo a secco Università civica di Cariati – anno 1742 –

 


La dogana cariatese

Sin dai tempi antichi le autorità impositrici ebbero l’esigenza di provvedere alla riscossione delle tasse, dei tributi e dei vari balzelli fiscali tramite i vari uffici territoriali dell’erario pubblico appositamente costituiti. Gli uffici doganali, invece, provvedevano alla riscossione dei dazi gravanti sulle merci e più in generale sul commercio dei diversi beni prodotti nel territorio dello stato e anche su quelli d’importazione.  In effetti, il dazio, dal latino datium – il dare – costituiva la tassa sulle merci in transito su un determinato territorio. La dogana, derivante dal termine orientale diwan, in origine indicava l’istituto giuridico amministrativo e contabile dello stato per la gestione dei dazi, la tassazione e gli incassi delle accise gravanti sulle merci.

 

Il territorio cariatese, situato su una porzione del litorale ionico prospiciente il Golfo di Taranto, punto di riferimento commerciale dei diversi paesi del circondario, probabilmente sin da tempi remoti è stato sede di una dogana e di un ufficio erariale. Quasi certamente, sin dal 1505, allorquando Cariati fu assegnata in feudo al conte Giovanbattista Spinelli e divenne capoluogo della Contea, costituita dai paesi di: Cariati, Terravecchia, Scala, Campana, Umbriatico, Bocchigliero, Cerenzia, Caccuri, Verzino e Rocca di Neto, divenne anche sede di dogana.

Infatti, la presenza dell’ufficio doganale può essere confermata dalla circostanza che il 6 novembre  del 1654 i reggenti della Camera della Sommaria del Regno deliberavano di autorizzare l’allora principe Scipione Spinelli ad imbarcare dalla Marina de Cariati 400 tomoli di grano ed 800 d’orzo da portare a Napoli. Per quel che si asseriva nella richie­sta del precedente 23 settembre, quelle granaglie servivano per il mantenimento della famiglia e della cavalleria che, con il principe cariatese, risiedevano nella città partenopea.

 

La ricerca storica sino ad ora nota non ha portato in evidenza il luogo geografico dove era situata la dogana cariatese nel perio­do feudale degli Spinelli. In realtà, tuttavia, tutto lascia supporre, per le argomentazioni che seguono, che la dogana di Cariati era situata nel luogo che oggi è denominato Fischia, in cui era presente anche l’antica fontana pubblica – nel 1933 la sorgente aveva una portata di 1,01 litro al secondo.

Dogana di cariati

Dicembre 1867. «Pianta topografica d’una parte della spiaggia di Cariati con ap­posizione de’ termini lapidei attorno al posto di Guardia Doganale (…) A: posto di Guardia Doganale. B: Magazzeno di Nicolino Venneri. C-C-C: Termini lapi­dei costruiti. D: Chiesa. E: Ospizio. F: Stallaggio. G: Fontana».


Proseguendo nell’approfondimento storico degli antichi documenti sino ad oggi visionati nei diversi archivi, relativamente alla dogana di Cariati si può evidenziare che il 2 novembre 1820, sindaco Antonio Mascambruno, nel Corpo di Guardia Doganale, situato nel luogo la Fontana, moriva tale Diego Galdi, Tenente Guarda Coste di anni 38, originario del comune di Coverchia [sic].

 

L’ufficio dei dazi e delle dogane cariatese, in effetti, nel corso degli anni, era ben organizzato con la presenza di un congruo numero di dipendenti in servizio, sia personale civile amministrativo sia agenti militari fiscali, ai cui vertici era posto un ufficiale con il grado di tenente e che negli anni del 1900 costituirà il presupposto giuridico per l’istituzione della Tenenza della Guardia di Finanza a Cariati.

 

Nel 1832, Tenente dei dazi indiretti di Cariati era tale Michele Tisaldi, nativo di Nocera dei Pagani, risiedeva con la moglie Costanza Notangelo, nativa di Vieste, nella strada la Fontana. Il 31 luglio di quel 1832, innanzi al sindaco cariatese Luigi Parisi, dichiarava la nascita della figlia Maria Teresa. Il felice evento, purtroppo, venne funestato dalla tragedia del decesso della moglie Costanza che non sopravvisse al parto.

L’anno successivo, leggendo l’atto di matrimonio, apprendiamo che il 24 novembre 1833, innanzi al sindaco di Cariati, Luigi Parisi, si sposarono: Teresia Sammarco, di anni 22, e Tomaso Iuzzolini, di anni 28, di condizione sociale civile, nativo di Cirò. La sposa era figlia di Carlo Sammarco, Ricevitore doganale nell’ufficio cariatese, e di Rosa Lucifero – ambedue originari di Cirò e dimoranti nella strada la Fontana -.

Ed ancora, dell’ufficio doganale faceva parte il Furiere dei dazj indiretti, tale Giuseppe Valentini che all’età di 27 anni, il 17 settembre 1838 innanzi al sindaco di Cariati Michele Natale, dichiarava la nascita della figlia Maria Francesca Filomena, avuta dal matrimonio con la ventiduenne Rosina Rossi, gli sposi abitavano in un immobile posto nella strada la Fontana.

Nell’anno 1839 altro milite in servizio risultava essere anche il cariatese Luigi Natale con l’incarico di Guardia Doganale. Egli all’età di 43 anni, il 26 maggio di quell’anno, moriva nell’ospedale di Cosenza per malattia, era figlio dei defunti Fedele Natale e Marianna Oliveri.

In quello stesso periodo temporale, Tenente Doganale della caserma di Cariati era tale Bernardo Pignataro, nativo del comune di Vallo – oggi San Lorenzo del Vallo – che, vedovo all’età di 52 anni,  il 23 dicembre del 1839, nella cittadina cariatese, sposava la sedicenne Maria Stella Spingola, nativa di Verbicaro – figlia di Gaetano Spingola, usciere della Regia Giustizia Circondariale di Cariati, e di Teresia Lombardo. Lo stesso Tenente Pignataro, nel maggio del 1840, comandava ancora la dogana di Cariati.

 

Continuando nella ricostruzione cronologica, si evidenzia che nel dicembre del 1842 era ancora attivo e funzionante il posto di guardia doganale di Cariati. L’agrimensore, architetto Francesco Baro­ne, incaricato dall’ Amministrazione generale della Cassa di ammortiz­zazione e del Demanio pubblico di rilevare topograficamente i confini dell’area demaniale di pertinenza,  ne dava la seguente descrizione: «Detto posto di guardia della parte di levante [est] è di palmi venticinque e sette decimi [ml 6,7], al cui lato trovasi confinarvi con magazzino appartenente a Venneri signor don Nicola, che dal lato di mezzogiorno [sud] il punto più lontano tro­vasi alla giusta distanza legale di palmi quattrocento quaranta [ml 116,38], come lo stesso dalla parte di ponente [ovest] [ml 116,38], restando da tramontana [nord] il lido del mare nella distanza di palmi duicento settantaquattro [ml 72,47]  per termine inalterabile, per complessivi 60 passi quadrati [m2 36,67]».

 

Il posto di guardia era comandato dal Tenente Doganale Giuseppe Pepe, 54enne e sposato con tale Rachela Gatto, di anni 40; egli, il 17 novembre del 1842, viveva a Cariati nella strada il Ponte e nella sua abitazione quel giorno vi nasce la figlia Maria Giuseppa.

Nell’ufficio doganale, inoltre vi prestavano servizio il Brigadiere Salvatore Rubini ed il collega Brigadiere Giovanni Petroni, nativo di Buono [attuale Buonvicino ?]. Con loro, di vigilanza e controllo, vi era anche il sottoposto Guarda Coste Matteo Caggiano, nativo di Torre del Greco, 31enne sposato con tale Lucia Balzano ed abitanti nella cittadina cariatese. Tutti i militari citati, così come anche gli altri della milizia in servizio, in quei mesi del dicembre 1842, dipendevano dall’Amministrazione generale dei Reali de­mani.

Dal disegno topografico redatto dall’agrimensore, quel posto doganale, realizzato all’ingresso delle prime abitazioni del paese sul versante rossanese, appare situato a nord-ovest sul territorio posto prima della chiesa della Madonna delle Grazie e l’annesso edificio ospizio, nei cui pressi vi era la fontana pubblica, ed oggigiorno denominato Fischia.

Presso la stessa caserma, nel febbraio del 1842, svolgeva le sue mansioni di Guardia Doganale anche il milite Francesco Lombardo che, all’età di 32 anni, viveva nella strada di Cariati la Fontana con la moglie 24enne Rosa  Iovane.

Oggi: Largo Fischia – Madonna delle Grazie
Oggi: Largo Fischia – Fontana Comunale

 

 

 

 

 

 

 

             

 

Comandante della locale dogana nel 1844, in continuità con le funzioni assegnate dalle autorità del Regno, risulta essere il Tenente Doganale Nicola Lascas. Il 18 agosto di quel 1844 aveva 47 anni, era nativo di Napoli e viveva con la moglie Rosalba Cavaliere a Cariati, in quel giorno dichiarava al sindaco Vincenzo della Marra la nascita del figlio Giuseppe Pasquale.

                                                                                                      

Si può asserire, in definitiva, che l’area doganale e dei dazi di Cariati, quindi, era situata nel luogo poi denominato dai cittadini Fischia. Il toponimo, perciò, ha avuto origine dall’istituto amministrativo fiscale che il quell’area svolgeva le attività di controllo, vigilanza e imposizione dei dazi. In effetti, la nomenclatura, nel linguaggio comune e nel dialetto locale, assunse la derivazione di fischìa, in altri termini, a significare ed indicare dove si pagava al fisco.

Ad ogni modo, nella toponomastica ufficiale del Comune di Cariati, le denominazioni di: Largo Fischia; Via Fischia; Vico Fischia furono ufficializzate con la deliberazione del consiglio comunale n. 117 del 4.10.1991 ad oggetto: Toponomastica – Denominazione vie cittadine.

 

In effetti, attualmente e secondo il vigente stradario comunale, l’antico posto di guardia doganale può essere individuato nell’abitazione posta sulla via Sirena 4 e l’incrocio con vico 1° Piave. L’ex magazzino di Nicolino Venneri , invece, è l’edificio situato su via Sirena contiguo all’edificio citato prima.

Via Sirena n. 4, incrocio con Vico 1° Piave – Corpo di Guardia Doganale -
Via Sirena n. 4, incrocio con Vico 1° Piave – Corpo di Guardia Doganale –
Via Sirena – Corpo di Guardia - parte Magazzino di Nicolino Venneri -
Via Sirena – Corpo di Guardia – parte Magazzino di Nicolino Venneri –
Via Sirena – Magazzino di Nicolino Venneri
Via Sirena – Magazzino di Nicolino Venneri

 

 

 

 

 

 


La guardia costiera cariatese

In esito alla ricostruzione  storica sopra descritta, per dare completezza ed evidenza documentale alle notizie di archivio emerse, bisogna aggiungere che Cariati, nella sua storia passata, pur non avendo avuto un porto, un approdo navale o un molo di qualsiasi natura ha rappresentato, comunque, uno specifico luogo strategico marinaro.

Caratterizzato da un’ampia veduta, soprattutto dai punti di avvistamento posti lungo l’antica cinta muraria della cittadella fortificata cariatese, che si estende sul tratto di costa e di mare posto tra Punta Alice a sud-est e l’ampio specchio del mare Ionio a nord, prospiciente il Golfo di Taranto. Questa posizione geografica particolare ha giocato favorevolmente affinché a Cariati vi fosse nel tempo una presenza stabile e costante di un contingente militare di controllo della costa e del mare.

Per assolvere a questa funzione fondamentale di vigilanza, tenuto conto anche che con la riforma  napoleonica dei comuni Cariati fu elevata a sede della 12.ma Circoscrizione, nei decenni del 1800, oltre alla dogana e all’ufficio dei dazi, erano attivi anche la postazione e l’ufficio della Guardia Costiera.

Difatti, a conferma di ciò, si ha notizia che nel luglio del 1816 il Guarda Coste Vincenzo Monizza, di anni 32, prestava servizio a Cariati. Ciò risulta dalla dichiarazione che ne fece al sindaco Vincenzo Parisi per la nascita della figlia Catarina Carmela, inoltre asseriva che risiedeva con la moglie Laura Sammarco nella strada Sotto il Campanile.

Dalla documentazione visionata risulta confermato che, dal mese di maggio del 1820 ed in prosieguo fino al 12 ottobre del 1824, Monizza svolgeva le sue mansioni pubbliche nel posto di Guardia Costiera.

 

Continuando con la ricostruzione storica e citando l’ordine cronologico dei fatti: nel 1821, è evidente la presenza in servizio di tale Giuseppe Malagrini, quarantenne, Guarda Coste a Cariati. Egli il 24 agosto del 1821, sottoscrisse l’atto di nascita del figlio Francesco, dichiarando di essere sposato con Anna di Girolamo e di abitare nella strada la Fontana.

In quello stesso mese di agosto del 1821 risulta essere arruolato come Guarda Costa anche tale Francesco Spinelli di anni 40, che era presente innanzi al sindaco di Cariati Antonio Mascambruno come testimone a quell’atto di nascita, aggiungendo di essere domiciliato nella casa posta nella strada la Fontana.

Ed ancora, nel 1830 della caserma faceva parte il Brigadiere Guarda Coste Gaetano de Pasquale, di anni 45, nativo di Tessano – rione di Dipignano -, che il 12 agosto di quell’anno, innanzi al sindaco cariatese Cataldo Cristaldi sposava Angela Rosa de Lorenzo – nativa di Strongoli – , la coppia fissò il domicilio di abitazione nella strada denominata la Fontana.

 

Giuseppe Vitelli, originario di Corigliano, all’età di 43 anni, il 21 settembre 1838, era in servizio a Cariati con la funzione di Guarda Coste, giacché quel giorno denunciò al sindaco cariatese Michele Natale la morte del figlioletto di due anni avuto dalla sposa Teresia Marino.

 

Dalle notizie sopra specificate, all’attento lettore non sfugge la particolare circostanza che quasi la totalità dei militari, sia doganali sia guarda coste, sia anche i civili impiegati amministrativi abitavano a Cariati nella strada denominata la Fontana. Ciò lascia supporre che in quel luogo oggi denominato Fischia, in realtà erano ubicati gli alloggi dei dipendenti, dei funzionari e dei militari che a vario titolo erano impiegati presso gli uffici della dogana, dei dazi, del controllo della costa e del mare cariatese.


NOTE – ampliate e aggiornate – TRATTE DA:

  1. Santoro – Il Principato di Cariati e gli Spinelli suoi feudatari – Note storiche di archivio (1505-1814) – Editoriale Progetto 2000 – Anno 2005.
  2. Santoro – Giovanbattista Spinelli conte di Cariati e duca di Castrovillari alla corte dell’imperatore Carlo V – Editoriale Progetto 2000 – Anno 2008; nel 2009, ha ricevuto la menzione speciale per gli studi storici alla XXIII edizione del premio Troccoli – Magna Graecia (Cassano allo Ionio).

         Il libro è citato in: ENCICLOPEDIA TRECCANI – Dizionario Biografico degli Italiani – Vol. 93 – Anno 2018.

 

E’ vietata la riproduzione, con qualsiasi procedimento, della presente ricostruzione storica o parte di essa senza il consenso dell’autore che si riserva tutti i diritti di copyright.

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