Ingiustificabile dietro front sull’occupazione del tribunale.

Il generale Cadorna, prima di ritirarsi miseramente oltre il Piave imputando le ragioni della sconfitta alla viltà dei suoi soldati, perlomeno tentò di resistere a Caporetto. Il capitano Schettino prima di salire sulla scialuppa di salvataggio e lasciarsi alle spalle il naufragio della Costa Concordia, almeno fece un elegante inchino all’isola del Giglio. Cosa sarebbe successo se Cadorna, prima ancora di chiamare a sé i suoi soldati, blaterando a proposito della loro viltà, si fosse rifugiato dietro il Piave come un pazzo disperato? La scelta, assunta dal Comitato per la Salvaguardia del Tribunale, di terminare volontariamente l’occupazione simbolica del Palazzo di Giustizia, proprio nel momento in cui tutte le menzogne propagandistiche a proposito dei benefici e dello stato avanzato dell’applicazione della cosiddetta riforma venivano rese evidenti dalle circostanze, è ingiustificabile e rovinosa. Una scelta che renderà comodo ed agevole il trasferimento di ogni funzionalità dal Tribunale di Rossano a quello di Castrovillari, cancellando le lacune organizzative e strutturali di quest’ultimo, legittimando quindi questa folle riforma contro l’intera Calabria e salvando letteralmente dal baratro quei burocrati che in questi mesi, per ambizioni personali e d’apparato, hanno fatto di tutto per impedire che il Tribunale venisse salvato. Una scelta che noi abbiamo contrastato vigorosamente ma inutilmente, e che ci lascia allibiti. Nel corso di queste settimane ci siamo trovati ripetutamente in contrasto con le scelte del Comitato, ed in particolar modo non abbiamo assolutamente condiviso il rinunciatario e pseudo-legalitario atteggiamento avuto durante l’”occupazione” della Statale 106 nel corso della manifestazione della settimana scorsa, né abbiamo minimamente condiviso la condotta del comitato durante la visita del sottosegretario Ferri presso il Tribunale. In quella occasione si è resa evidente la pavida, immeritata, ingiustificata e deleteria riverenza nei confronti dell’Istituzione che, in barba ad ogni logica sociale ed economica, in barba alle posizioni formali delle istituzioni democraticamente elette, in barba alle esigenze di centinaia di migliaia di persone, ha di fatto forzato la soppressione del nostro Tribunale. Sarebbe invece stato opportuno manifestare con parole chiare e precise la drammaticità delle conseguenze di queste scelte ignobili, senza permettere alcuna distorta giustificazione. Nonostante tutto fino a questo momento, cercando di privilegiare l’unità di tutti i soggetti coinvolti, anche quelli che hanno inconfutabilmente gravi responsabilità politiche e sociali in questa storica vicenda, col fine di difendere con maggiore forza le ragioni delle nostre comunità, abbiamo sorvolato con senso di sacrificio e per amore della nostra terra: siamo stati presenti per giorni e notti al presidio dando il nostro contributo, mettendoci testa, faccia, braccia, persino stomaco e reni. La scelta odierna, tuttavia, rende impossibile la continuazione di questo percorso. Riteniamo questo errore madornale un pugno in faccia ai migliaia di cittadini che hanno sfilato con noi per le vie della città e fino alla statale, a coloro che insieme a noi si sono barricati di fronte al tribunale per impedirne l’illegittimo trasloco, ai tantissimi cittadini che si sono recati al Palazzo di Giustizia durante lo sciopero della fame. Lo riteniamo un errore imperdonabile perché costruito con la confusione e l’incapacità di assumere delle decisioni, renderle pubbliche e mantenerle: persino la convocazione delle assemblee negli ultimi giorni è stata caotica e confidenziale, fatto che non poteva non causare la mancata partecipazione della cittadinanza. Lo riteniamo imperdonabile perché commesso senza alcuna cautela nei confronti delle prevedibilissime deleterie conseguenze. Alla luce di tutto questo, preso atto dell’incompatibilità con le scelte del comitato, riteniamo questa battaglia assolutamente non conclusa, continueremo a tentare di costruire le condizioni affinché le istituzioni competenti compiano il proprio dovere nei confronti del nostro territorio e mantengano le fragili promesse dell’ultima campagna elettorale, correggendo l’assurda chiusura del nostro Tribunale. Per questo invitiamo tutta la cittadinanza a tenere altissima l’attenzione sull’argomento ed a partecipare in massa, come fatto fino a questo momento, alle iniziative dei prossimi giorni. Noi non ci ritiriamo prima di aver combattuto. Movimento TERRA e POPOLO – Rossano

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