Il secondo mandato del sindaco Filippo Giovanni Sero, che volge ormai al termine, è, nel complesso, uno spettacolo di arte varia. Fanno parte della compagnia gli emuli della famiglia Togni, fra cui un prestigiatore (questa è la delibera: sparita; eccone un’ altra; un momento: non c’ è più, invece, applausi, è ancora qui), un grande illusionista, e il solito cantante per il finale. Repertorio noto. “Siamo uomini o caporali?” si chiedeva, sempre per restare nell’avanspettacolo, l’immortale Totò. Interrogativo che ne fa sorgere un altro: “Dove vai se il cavallo non ce l’ hai?” Sempre commedia musicale, autori Garinei e Giovannini. Apprendiamo della formazione di nuovi gruppi politici che, legittimamente, si propongono alla guida di questo sciagurato Comune. Ma non si era detto che solo un folle può aspirare ad essere sindaco di Cariati con l’oceano di debiti sotto il quale è sommerso? Eppure nel paese dei dilemmi e dei paradossi, anche se sta cambiando il linguaggio della politica, resistono certe abitudini Stiamo vivendo, da anni, momenti eccezionali: quello che avrebbe dovuto essere normale diventa straordinario. Del resto, il sindaco Sero deve aver applicato alla lettera quel che anticipava Sant’ Agostino: “Noi siamo i tempi”. A chi si rivolgono i nuovi? Con chi pensano di parlare se l’anno prossimo alle urne ci sarà un’ulteriore prova della forza dei legami di sangue, e dell’importanza del Dna nell’ereditarietà dei caratteri e anche delle carriere? Una domanda ritorna insistente: perché la gente si disinteressa della politica? Si potrebbe dire: perché il cerimoniale è noioso; perché non esprime il sentimento dell’appartenenza; perché è praticata da professionisti; perché non è sempre un servizio ma spesso un impiego. Basta pensare alle penose manovre per la formazione delle liste: sembra di leggere le pagine di un romanzo russo dell’Ottocento, quando si narra della morte di uno starosta, un capoccione ricco, e della ripartizione delle anime, a quei tempi servi e contadini. Invece abbiamo problemi grandi e uomini piccoli che si candidano a risolverli: tutti parlano e tutti lottano contro tutti, sicché nel diluvio delle parole è impossibile scoprire qualche possibile verità. Comunque, sognare è ancora possibile, anche se nella mitologia greca Sogno (Hypnosis) è il fratello gemello di Thanatos, Morte. Viva la vita. Lorenzo Alderani
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