Quando eravamo spensierati e presi dalle nostre cose, forse abbiamo un po’ perso di vista il vero senso della vita. Dobbiamo ammetterlo. Non c’è nulla di male. E qualche colpa dobbiamo pure imputarcela. Chi più, chi di meno.
Sembra passato un secolo da quei giorni, ma in fondo sono trascorse solo poche settimane dalle nostre consuete abitudini. Fatta la dovuta ammenda, tengo in particolare a un concetto che spero prenda più respiro con il passare dei giorni.
In momenti come quelli che attraversiamo bisogna necessariamente riflettere sull’autorevolezza di quanto la vita ci offre. L’amorevolezza e la cura per essa non deve mai più mancare. Non sarà più possibile macinare giornate a cento all’ora, ignorando i rischi contro i quali ci imbattiamo.
La prima risorsa della quale non dobbiamo più perdere la bussola: è la divina umanità. Un sentimento che aiuta a essere diversi ed avere un approccio alla quotidianità ricco di valori etici, solidali e morali di cui non si può fare a meno.
Queste giornate ci insegnano tanto. Hanno un valore enorme che non va assolutamente disperso. Non commettiamo e ricordiamo questo tempo come qualcosa di passeggero. Sarebbe un grave errore. Imperdonabile.
Dobbiamo soffermarci su quanto ci ha trasferito. Non rimpiangiamo avidamente i tempi passati. Sappiamo padroneggiare i cambiamenti conseguenza della tragedia che stiamo affrontando.
L’auspicio è che apprezzeremo con più convinzione i rapporti umani, le piacevoli passeggiate fatte con le persone care nelle belle giornate. La lezione che stiamo avendo rappresenta qualcosa di sublime a cui dobbiamo dare forte valore.
Quando si dice la vita è un’altra, adesso è il momento di saperla apprezzare nei suoi minimi termini non dando più nulla per scontato.
Nicola Campoli
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