Il Codex Purpureus Rossanensis, ammirato dal Santo Padre ed il Presidente della Repubblica

Si può certamente dire che l’incontro tra due buoni amici, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e Sua Santità Bergoglio, ha avuto come testimone d’onore un tesoro del patrimonio culturale calabrese, il Codex Purpureus Rossanensis. Infatti, lo stesso è stato scelto come simbolo della visita di Papa Francesco al Quirinale. Il Santo Padre ed il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno avuto modo di ammirare l’antico evangeliario esposto per la prima volta al Quirinale dopo il suo restauro. L’opera, custodita nel Museo Diocesano di Rossano, è stata illustrata dalla direttrice dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario, Maria Cristina Misita, e dal Vescovo di Rossano, Mons. Santo Marcianò. Papa Francesco e Giorgio Napolitano hanno avuto modo di intrattenersi davanti alle pagine dell’antico evangeliario, ammirando la bellezza delle immagini ed i contenuti. Il Codex Purpureus Rossanensis è un evangeliario risalente al V-VI secolo dopo Cristo. Contiene tutto il testo del Vangelo di Matteo e quello di Marco, tranne gli ultimi sei versetti. Molto affascinanti sono le 15 tavole miniate, che rappresentano scene della vita di Gesù e riportano alcune parabole. C’è anche una lettera di Eusebio a Carpiano che parla del Codice. Il direttore del Museo Diocesano di Rossano, dove il Codex è custodito in una apposita teca, don Giuseppe Straface, ha ricordato che “alcuni studiosi sostengono che sia stato scritto a Rossano. Ma studi accreditati lo collocano in Oriente, probabilmente, realizzato in Siria o ad Antiochia. S’ipotizza anche che l’ondata migratoria dei monaci greco-orientali avvenuta nel VII secolo abbia condotto a Rossano un gruppo di monaci che custodivano il prezioso testo Sacro”. Sin da quando, nel luglio del 2006, si è insediato alla guida della diocesi di Rossano, Mons. Marcianò ha avuto una grande passione per il Codex. Nel mese di gennaio del 2007, tra l’altro, ha inoltrato la richiesta ufficiale per inserire il Codex nell’elenco dei beni dell’umanità dell’Unesco.

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