
Oggi 28/02/2017, i pescatori di Cariati si sono fermati in segno di solidarietà nei confronti dei loro colleghi che da ogni parte d’ Italia stamane si sono recati a Roma in piazza Montecitorio per difendere le proprie ragioni, e far recedere il parlamento da una legge, la n° 154 del 2016, che a loro avviso penalizza notevolmente tutto il comparto.
Un’agitazione inevitabile, se si considera che il testo della norma “Disposizioni in materia di semplificazione e di sicurezza agroalimentare”, dispone limiti e restrizioni le cui conseguenze metterebbero a repentaglio, a medio-lungo termine, la sopravvivenza stessa di moltissime aziende del settore. Se le infrazioni connesse alla cattura e commercializzazione di prodotti ittici sottomisura sono state depenalizzate, al contrario le relative sanzioni hanno subìto un sensibile inasprimento, proporzionale al quantitativo pescato. Per esempio, in caso di pesca sottomisura di tonno rosso o pesce spada l’importo delle multe potrebbe toccare anche i 150 mila euro, la sospensione dell’esercizio commerciale da cinque a dieci giorni e la sospensione della licenza di pesca fino a tre mesi.
Cifre insostenibili per qualsiasi armatore, destinate a mettere ulteriormente la pesca in ginocchio. Quindi, diverse centinaia di pescatori italiani si sono dati appuntamento a Roma per chiedere rispetto nei confronti dei loro sacrifici anziché dei diktat di Bruxelles, e i pescatori di Cariati, pur non potendo raggiungere Roma, hanno deciso di non uscire in mare, dimostrando vicinanza e solidarietà ai manifestanti che si sono recati a Roma, facendo, altresì, presente all’Ufficio Locale Marittimo i motivi per cui si sono fermati.
Noi rispettiamo il mare e i pesci, affermano i pescatori cariatesi fermi in banchina. Il problema è che da anni l’Europa obbliga tutti noi a sottostare a delle leggi (Blue Box – Ais – a breve telecamere sul ponte di poppa – giornale di bordo – sistema quote per tonno e pesce spada – divieto pesche speciali- etc etc ), che non tengono conto del nostro lavoro quotidiano e di come veramente si lavora su un peschereccio. Occorre venire a bordo, cercare di capire che ci sono differenze tra i modi di pescare che non possono non tenersi in considerazione. Per questo esigiamo di essere ascoltati perchè non è più possibile lavorare con queste restrizioni.
I pescatori continuano la loro protesta pacifica, affermando di essere delusi dalla marineria di Schiavonea che stamani, come tante altre volte, non ha voluto essere solidale con i pescatori del comprensorio in primis e di tutta Italia poi. Siamo indignati e delusi dalle associazioni di categoria, perché negli anni non ci hanno tutelato, bensi abbandonati al nostro destino.
Urge una svolta concreta ed immediata altrimenti la piccola pesca artigianale cariatese, calabrese e italiana sparirà e con essa migliaia di posti di lavoro.
I Pescatori di Cariati.
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