DON POMPEO, DALL’ “EXILIUM” AL CONFESSIONALE: FU DAVVERO COSA BUONA E GIUSTA?

Cronaca di un parroco tra peccati (presunti) e assoluzioni!

Mandatoriccio - Chiesa Santi Pietro e Paolo

Antonio Loiacono

Duc in altum! Dissero tre anni fa, e invece Don Pompeo Tedesco non prese il largo, ma la strada dell’ “exilium”. Allontanato in fretta e furia dalla parrocchia di Longobucco nel 2022, lasciò la canonica come un condottiero sconfitto, senza meta, senza gloria, e soprattutto senza una nuova destinazione. Un decreto immediato, condito da quel latinorum che sa tanto di fumus, lo tenne a debita distanza dalla “cura animarum” e dalla scena pubblica.

Allora ci si chiedeva: missione conclusa o rimozione punitiva? La risposta sembrava chiara: amoveatur ob fumum — fuori per sospetto, come se la Chiesa fosse diventata più veloce di un tribunale laico e più severa di un pubblico ministero. Si parlò di rapporti fitti fitti che inondavano la Curia; Acta est fabula, sembrava: Pompeo fuori, il sipario cala!

E invece no. Tre anni dopo, eccolo riapparire a Mandatoriccio, risorto come Lazzaro ma con meno clamore, destinato al governo della chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Un ritorno discreto, quasi penitenziale: sacerdote “a sportello”, pronto ad assolvere i peccati altrui mentre il suo curriculum resta, diciamo così, opacum.

La domanda è inevitabile: fu bonum et iustum allontanarlo allora? O fu solo un eccesso di zelo, un colpo di scure per tagliare la testa a un prete scomodo? Perché se davvero i fatti contestati erano così gravi, perché oggi il medesimo prete è riammesso? Non sarà che, dietro la veste del fumus, mancava il corpus delicti?

Intanto la comunità osserva e commenta: c’è chi grida allo scandalo, chi parla di perdono, e chi ironizza sul fatto che Don Pompeo, “sospeso” ieri, oggi è autorizzato a rimettere i peccati degli altri. Un capolavoro di teologia applicata: abusus non tollit usum, si direbbe.

Il paradosso resta: la Chiesa lo aveva presentato come una persona non grata, ed ora lo rimette in servizio. Non è forse questa la vera commedia divina?

Forse sì. Perché in fondo, nella diocesi jonica, la giustizia ecclesiastica funziona così: oggi sei esiliato, domani — chissà — magari di nuovo parroco. Tutto avvolto nel mistero di quel latino che sembra fatto apposta per nascondere più che chiarire.

E allora, quid est veritas? La verità, come sempre, resta chiusa negli archivi. Ma la satira, quella sì, corre libera sulle bocche dei fedeli: fu/è cosa buona e giusta? Amen!!

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