DISCARICA SCALA COELI,CONTINUANO LE MENZOGNE

SCALA COELI (Cs), Martedì 6 Marzo 2012 – Sulla verifica da parte dell’ARPACAL della discarica di rifiuti non pericolosi sita nel territorio di Scala Coeli, si stanno susseguendo sulla stampa ricostruzioni false, strumentali e miranti solo ed esclusivamente a disinformare i cittadini e ad inquinare il clima sociale. Continuano ad essere ripetute, anche da parte di rappresentanti istituzionali che dovrebbero conoscere e rispettare, più di altri, norme e procedure, una serie di gravi inesattezze utilizzate con il solo obiettivo di fomentare gli animi, spostando l’attenzione su argomenti che nulla hanno a che vedere con l’autorizzazione della discarica e con la verifica legale del rispetto delle condizioni previste per la sua apertura. Il Comune di Scala Coeli, attraverso il Sindaco, poteva partecipare alla verifica da parte dell’ARPACAL del sito, solo ed esclusivamente perché lo stesso Primo cittadino, Mario SALVATO, avendone fatto richiesta, era stato invitato a prendervi parte. Nessuna partecipazione obbligatoria del Sindaco della Città, quindi! Ma soltanto un invito, successivo ad una richiesta. Non è affatto vero, poi, che il Sindaco di Scala Coeli si sia presentato davanti ai cancelli della discarica della BIECO accompagnato da due consulenti tecnici comunali. Quanto raccontato da Comitati e da qualche sindaco così come pedissequamente riportato sulla stampa, è destituito di ogni fondamento. Il Sindaco Salvato pretendeva, infatti, di entrare accompagnato dall’avv. NARDI, riconosciutamente legale di tre proprietari terrieri della zona e del comitato anti discarica, insieme all’ing.DE RENZO tra i promotori dello stesso comitato. Né l’avv. NARDI né l’ing.DE RENZO, nel giorno della verifica ARPACAL, risultavano quali consulenti tecnici del Comune di Scala Coeli, né interni, né esterni! Non era e non è previsto, infine, alcun contraddittorio nella prevista procedura di verifica del sito le cui uniche ed esclusive autorità tecniche competenti, erano e restano, per legge, i tecnici incaricati dall’ARPACAL. Non corrisponde inoltre a quanto realmente accaduto, la ricostruzione, supportata da documenti audio e video, relativa alle gravissime reiterate accuse e violenze verbali delle quali si è reso protagonista qualche sindaco del territorio, non tanto nei confronti della BIECO quanto, verso gli stessi responsabili dell’ARPACAL. Minacce, insulti, accuse di ogni genere e finanche sputi, risultano documentati dalle telecamere a circuito chiuso installate, dalla società BIECO. I video fatti circolare ad arte sul web in questi giorni, risultano stranamente monchi, parziali e tagliati in diverse parti, rispetto alle sequenze integrali catturate dalle telecamere della BIECO e che la stessa ha messo a disposizione anche delle autorità competenti a valutare quanto formalmente denunciato. Nel respingere, quindi, non soltanto l’atteggiamento violento preferito, ma anche il gravissimo tentativo di travisamento dei fatti al quale qualche sindaco sta prestando il fianco, si coglie l’occasione soltanto per ricordare che le pretese di qualche comune di entrare in discarica sono successive al rifiuto ostinato opposto da parte degli stessi sindaci a tutte le istanze di dialogo e collaborazione documentatamente e pubblicamente avanzate dalla BIECO Srl da moltissimo tempo. Ciò che rammarica di più è dover constatare il clima di sfiducia verso il ruolo e l’attività dell’ARPACAL e della Regione Calabria, istituzioni pubbliche, alimentato con irresponsabilità da quanti sono convinti che l’ambiente possa essere tutelato al di fuori ed in violazione delle leggi dello stato.

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