
Caro Amico Oste,
dedico a Te che ho incontrato casualmente l’altra sera, in uno dei tanti paesi del basso ionio cosentino, la riflessione che leggerai di seguito.
Sei un giovane promettente titolare di un locale accogliente e innovativo, che da cinque anni fonda la sua offerta culinaria sulla ricerca e combinazione di prodotti dal sapore e saperi locali.
Dedichi, e si vede, tanto tempo allo studio e riscoperta scrupolosa di antiche tradizioni del posto, che si stanno, ahimè, disperdendo e che Tu con una certosina pazienza provi instancabilmente a valorizzare e promozionare nel Tuo locale.
Una sfida difficile dove le diseconomie del contesto circostante rappresentano il forte limite al raggiungimento della soglia minima di sussistenza della Tua attività imprenditoriale.
Fare sistema è un traguardo complicato per la clientela cui Ti rivolgi e per quelli che sono i Tuoi fornitori. La rete culturalmente non è facile da capire e praticare.
Nelle Tue parole e nei Tuoi occhi ho scorto il “dolore” del possibile e forse imminente abbandono. Una sconfitta che pesa principalmente sull’umore. Un sogno che si infrange contro un muro tuttavia invalicabile.
Non mollare, mio Caro Oste. Non darTi ancora per vinto. Continua a credere e alimentare il Tuo entusiasmante sogno, cui non devi rinunciare per nessuna ragione al mondo.
Comprendo il disagio, come quello di tanti giovani che nel profondo Sud – dove ormai domina il triste fenomeno dello spopolamento – tentano iniziative imprenditoriali, ma non riescono a esprimere per vari motivi, non ad essi tutti imputabili, le loro svariate potenzialità.
Un capitale umano di cui dobbiamo essere molto orgogliosi, ma che come Paese non riusciamo, a onore del vero, a sostenere con le necessarie azioni.
Coraggio e forza Amico mio.
Spero che cambierai idea. Vorrei tanto che il sorriso con cui mi hai salutato l’altra sera – dimenticavo ho apprezzato molto i Tuoi straordinari piatti – non fosse solo di educata circostanza bensì vero e sincero, perché riuscirai a vincere la Tua “battaglia imprenditoriale”, che in fondo è anche quella del sottoscritto che crede tanto nello sviluppo economico, sociale e civico delle aree del Sud Italia ed in particolare questa dove trascorro lunghi periodi durante l’anno.
Purtroppo ancora un abisso divide il nostro Paese e l’altra sera ne ho avuto ulteriormente conferma da qualcuno, quanto Te, che si sporca quotidianamente le scarpe per non abbandonare il suo luogo natio e la felicità comune.
Un caro saluto e in bocca al lupo.
Nicola Campoli
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