Cariati: un Paese che Amo!

Alla fine è tutta una questione d’amore ed io Cariati l’amo

Lasciare Cariati dopo alcuni giorni di perfetto relax mi crea sempre una sorta di flebile malinconia, che si trasforma nello stesso tempo in una buona base che in parte mi solleva in attesa del ritorno. Un sentimento quello della malinconia che sinceramente non riesco a frenare e del quale me ne sono fatto, però, ormai una ragione con il passare degli anni e delle innumerevoli partenze. 

Qualcuno potrebbe pensare che esageri, ma non ne avrei motivo visto le mie personali e obbligate scelte di vita. In fondo non ci vedo nulla di male se a Cariati ci sto molto bene e per giunta in compagnia degli amici e amiche cariatesi. Persone accoglienti e squisite nel loro modo di fare. Mi sento amato e rispettato. Non potrei chiedere di più da una comunità sempre disponibile e solidale. 

I tempi che scandiscono in loco le giornate diventano ragionevoli, riducendo al minimo ogni tipo di tensioni e ansie. Stare a Cariati ha per me senza alcun dubbio un fascino contagioso. C’è qualcosa che rende molto speciale la vita che conduco in loco, perché mi sento in modo particolare una persona padrone del suo tempo e non solo un semplice individuo che appartiene alla massa. 

Non mi sento assolutamente un numero, ma invece un componente di una comunità che, seppure non perfetta e migliorabile, ha una sua anima. Mi sento, quindi, molto protetto, perché vivere un po’ sperduto mi rassicura e rende gli animi più sereni. Cariati, come molti piccoli Comuni, va vissuta da dentro, va capita la sua natura allo stesso tempo benefica e venefica. 

È un po’ quello che faccio da moltissimi anni con la consapevolezza sempre di scoprire nuove sensazioni e modi di fare. Infatti, non bisogna mai illudersi, di conoscere una comunità che in fondo non è la propria e che svela sempre dei tratti nuovi e inesplorati. Alla fine è tutta una questione d’amore ed io Cariati l’amo per come si presenta, ma non resisto a volerla vedere sempre più splendere. 

Come scrive Franco Arminio lo scrittore della paeseologia: “riconoscere questa specificità dell’amore è una forma di resistenza alla globalizzazione delle emozioni, alla dispersione dell’intensità. Il corpo amoroso ci richiama alla vita da vicino, al suo sapore locale, preciso.” Quello del poeta avellinese non è che un resoconto quieto e febbrile di un cammino umanissimo. La sua parola poetica canta un amore che forse non ci salverà, ma senza il quale saremmo soli in balia del tempo che scorre.

Nicola Campoli 

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