
Anche quest’estate per me è passata. Come tutti gli anni Cariati è stata al centro dei miei interessi, partendo dai weekend trascorsi da giugno.
Durante il lockdown, che mi aveva impedito di venire a Cariati, non credevo che fossi poi riuscito a trascorre l’estate.
Cariati dalla mia percezione ha registrato in queste settimane qualche presenza in più, rispetto agli scorsi anni.
Il mare si è rilevato di una limpidezza unica. Erano anni che non fosse così cristallino tutti i giorni e lungo l’intero litorale.
Salto a piedi pari le criticità, più che altro le solite, che hanno interessato il perimetro cittadino.
Non le cito perché già tanto si è scritto ed ho scritto su queste colonne. Purtroppo finché a Cariati non si riuscirà a tenere vivo il senso di ciò che è comune tutti si rileverà inutile.
In più, serve come il pane quotidiano una narrazione che faccia vedere la concretezza di una convergenza di interessi diversi rispetto a priorità condivise.
Bisogna puntare a forme di governo che facciano emergere e alimentare il senso di comunanza.
L’amministrazione Greco non è stata capace. È un dato di fatto. Non ha avuto la forza di unire, ma addirittura ha accentuato e cavalcato la spaccatura. Sbagliato!
Finché non si sarà capaci di mettere a valore il senso di comunanza: Cariati non potrà mai riuscire a diventare il grande Paese che è stato nel corso della sua storia.
A chi poco fa da illustre cariatese mi ha domandato. Come fai a continuare ad amare Cariati, nonostante le condizioni in cui versa, gli rispondo pubblicamente.
Ogni volta che sono a Cariati mi sento felice. Mi sento a casa. Così continuo a sentirmi ogni giorno che passa e fino a quando non arriva il giorno di tornare a Napoli.
Ciao Cariati, ci vedremo presto, pandemia permettendo!
Nicola Campoli
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